«Così restituirò il Lavello ai calolziesi». Chicco Bolis racconta il suo progetto: bar, ristorante, eventi e matrimoni

Entusiasmo, esperienza e idee: tre ingredienti che non mancano nella ricetta di Chicco Bolis per rilanciare bar e hotel del Lavello. Oggi, la conferenza stampa del nuovo gestore, alla presenza del presidente della Fondazione, Roberto Monteleone.

Per Bolis, calolziese doc con trent’anni d’esperienza nel settore della ristorazione e dell’hospitality, si tratta di un ritorno alle origini. «Esordisco dopo tanti anni di attività a casa mia, - ha dichiarato il nuovo gestore, che vanta nel suo portfolio numerose attività in zona e anche a Milano e che quindi conosce molto bene il settore del food and beverage. - La struttura, consegnata in ottimo stato di manutenzione, necessiterà di alcuni interventi di ammodernamento per essere più performante e al passo con il tempo. Abbiamo già individuato alcuni punti focali da cui partire, a cominciare dal posizionamento sui siti internet. Quindi, lavoreremo per restituire il prima possibile la struttura ai calolziesi».

Per Pasqua, Bolis conta di riaprire per prima cosa il bar ma nel suo programma c’è già una lunghissima lista di attività da avviare a brevissimo in modo offrire agli stranieri e a chi vive in zona e pratica un turismo di prima porta week-end a base di natura e sport.

Per rilanciare il Lavello, che ha «grandissime potenzialità inespresse», Bolis pensa all’attivazione di numerosi servizi: «dal noleggio di biciclette per sfruttare la ciclabile che porta fino ai Navigli di Milano e Pavia, al noleggio di canoe e pedalò per godere delle bellezze del lago. Senza dimenticare i sentieri e le pareti di arrampicata di Resegone e Grigna, ma anche le salite in mountain-bike sulle colline della zona. Per finire, infine, con le aziende agrituristiche della valle San Martino, nel Lecchese e nella Bergamasca».

Ma non basta. «Vorremmo attrezzare le sale per convention e aprire un ristorante che sia una piccola chicca». Sul fronte eventi, in accordo con la fondazione, Bolis ha già pensato di ospitare matrimoni. «Lo spazio c’è. Dobbiamo trovare l’alternativa in caso di pioggia. C’è pure una zona verde che potrebbe essere sfruttata. Siamo in ritardo per quest’anno ma potremmo posizionarci sui motori di ricerca e partire intercettando quei quattro o cinque che diverranno eventi pilota per il futuro».

Il nuovo gestore non trascura il segmento giovani. Per loro vuole proporre «almeno un evento alla settimana, pensando poi magari di realizzare qualcosa un po’ sopra le righe uno o due volte all’anno, facendo arrivare a Calolziocorte un dj importante ».

Il presidente della Fondazione Santa Maria del Lavello, Roberto Monteleone, non nasconde la sua soddisfazione: «Dopo i primi due anni di insediamento del CdA chiusi in attivo, il terzo è stato sfortunato, e abbiamo corso il rischio di chiudere definitivamente la fondazione. Oggi, invece, siamo su binari molto diversi».

«Per raggiungere tutti gli obiettivi servirà un lavoro lungo e ci vorrà tempo - conclude Bolis. - Sarà tuttavia un percorso molto appassionante e il mio obiettivo è far appassionare tutti a questo progetto che si preannuncia avvincente».

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