Comunità montana Lario Orientale -Valle San Martino verso il commissariamento

Galbiate

Lo scontro in corso intorno al rinnovo degli organi dirigenziali di comunità montana Valle San Martino – Lario orientale assume i contorni di una tensione tutta interna al centrodestra. Andiamo con ordine: nella serata di lunedì nove sindaci a favore di Antonio Rusconi (area Lega – civici/Italia Viva) hanno reso pubblica la loro risposta nel merito alla proposta di mediazione formulata da undici comuni a favore di Riccardo Fasoli (area Pd – Fdi).

Lo schema era il seguente: giunta esecutiva composta da Antonio Rusconi (presidente), Luca Pigazzini (vicepresidente), Riccardo Fasoli, Giovanni Bussola, Luca Tami; Simone Scola presidente dell’assemblea; Danilo Riva primo nella lista dei supplenti per la giunta. «I 9 comuni, - spiega il ballabiese Giovanni Bruno Bussola - che si riconoscono nel criterio di autodeterminazione dei territori, avevano fatto un passo indietro accettando quello schema. L’unica richiesta di modifica è stata quella di inserire Simone Scola come primo supplente per il ruolo di assessore. Con rammarico si è constatato che anche questo ennesimo tentativo di mediazione non è stato accettato dalla controparte. Spiace quindi si vada verso il commissariamento».

Sul tema arriva anche la presa di posizione di Angelo Isella. «Sono deluso – sottolinea il primo cittadino di Civate – dal fatto che i sindaci non siano riusciti a mettersi d’accordo. Noi abbiamo fatto un passo indietro per senso di responsabilità accettando che Simone Scola ricoprisse un ruolo più rappresentativo che operativo come quello di presidente dell’assemblea. Abbiamo chiesto di indicarlo come primo nella lista dei supplenti: qualora uno dei quattro assessori si dovesse dimettere, subentrerebbe lui e il posto di presidente dell’assemblea andrebbe ad un nome che avrebbe potuto indicarci la controparte. Non hanno accettato». La risposta di chi sostiene Fasoli è netta. «Non si capisce – osserva Marco Passoni, sindaco di Olginate nonché responsabile enti locali del Pd – perché Civate debba essere rappresentato due volte negli organi dirigenziali di una comunità montana di 26 membri. Visto che non c’è una parte in grado di dettare legge, serve costruire un equilibrio in grado di rappresentare per cinque anni tutti i territori e tutte le sensibilità politiche».

A chiarire ancora meglio i contorni del problema è lo stesso Fasoli, sindaco di Mandello avvicinatosi a Fratelli d’Italia così come Danilo Riva di Ello, indicato come primo dei supplenti nella proposta originale. «C’è la possibilità che - osserva il mandellese -, anche se fossi rieletto alle comunali tra un anno, io decada comunque dal ruolo di assessore. Il subentro di Scola potrebbe avvenire tra dodici mesi. Ciò vorrebbe dire tagliare fuori una sensibilità politica che fa parte del centrodestra. Questo avviene dopo che abbiamo fatto uno sforzo per accettare Antonio Rusconi come presidente, di fatto imposto a tredici comuni da un accordo trovato da Lega e civici. Mi dispiace tantissimo. Spero si possa trovare una soluzione il più rappresentativa possibile». Lo scontro finale andrà in scena con ogni probabilità nell’assemblea di venerdì sera. Se non si trova l’accordo da Regione arriverà il commissario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA