Civate, ponte senza i sensori e la pesa

«Sarà vietato il transito ai mezzi pesanti»

Mentre è in corso il braccio di ferro con Anas, il sindaco Isella svela alcuni particolari - «Il viadotto potrebbe non reggere perchè costruito su terra di riporto e non sulla roccia»

Civate

Oltre due milioni di euro pubblici per una cattedrale nel deserto: ha capo, ma non coda, il nuovo ponte sulla statale 36 che, oltre a rischiare di non aprire a breve - per il rimpallo della proprietà tra Comune e Anas - si preannuncia anche inutilmente mastodontico.

«Sul lato verso Civate – informa il sindaco, Angelo Isella – la strada non può sopportare carichi elevali: infatti, appoggia su terra di riporto e non (come credevamo) sulla roccia. Ne ho avuto conferma in questi giorni. Pertanto, il ponte di Anas (che ora vorrebbe far diventare comunale) è idoneo ai massimi carichi previsti dal codice della strada ma, se davvero transitassero, rischierebbero di provocare il cedimento della viabilità».

Una sorpresa dietro l’altra. Il sindaco preannuncia: «Anzitutto, appena il nuovo ponte verrà aperto, sarà nostra premura quindi installare la segnaletica di divieto ai mezzi pesanti oltre un certo carico; è d’altronde evidente che un manufatto simile può invogliare autotreni e persino trasporti eccezionali a imboccarlo, sia come alternativa a eventuali code sulla 36, sia perché magari suggerito dal navigatore satellitare ed è palese che, in questo caso, le dimensioni e l’aspetto del ponte li convinceranno d’essere davvero sulla strada giusta, segnaletica o no. Noi, come Comune, non possiamo garantire controlli 24 ore su 24: i camion, arrivati dall’altra parte, passeranno però da un cavalcavia collaudato per il massimo carico, a una strada che si regge su terreno riportato».

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