Cronaca / Circondario
Domenica 19 Gennaio 2020
Civate, per il nuovo ponte
un mese di ritardo
La posa dell’impalcato slitta a causa del ritardo nella consegna di materiale
Il sindaco: «Siamo nei tempi del contratto, l’impresa ha fatto un ottimo lavoro»
Il varo del nuovo ponte di Isella è previsto «tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo»: lo annuncia il sindaco, Angelo Isella, sentita l’Anas. Dunque, nessun recupero sulla tabella di marcia: anzi. L’ipotesi era fine gennaio, per posare l’impalcato sulle sponde. Invece, si andrà più in là «benché – rimarca Isella – sempre entro i tempi previsti dal contratto, che fissa il 6 aprile prossimo quale termine per la consegna dell’opera finita». Il motivo è stato «un intoppo nella consegna di materiali per il cantiere, che era prevista a dicembre, pertanto la previsione dell’impresa era di ultimare le gettate di calcestruzzo prima di Natale; al contrario, lo slittamento nel recapito dei casseri ha fatto sì che poi la ditta incaricata della fornitura riprendesse l’attività il 7 gennaio scorso e che, in sostanza, si sia accumulato un ritardo di tre settimane nell’esecuzione, calcolando i 28 giorni di maturazione richiesti dal calcestruzzo». Prima delle festività, già era terminato il basamento sul lato della statale 36 verso Civate ed era in corso l’installazione degli elementi per armare la spalla sulla quale appoggiare la campata; sull’altro versante, era avvenuta la gettata del basamento e doveva seguire il resto della struttura.
All’opera c’è la ditta “Preve Costruzioni Spa” di Cuneo. «Siamo comunque molto soddisfatti di come ha lavorato la ditta - sottolinea il sindaco - non si è mai fermata; i lavori non si sono interrotti neppure sotto la pioggia battente e, in qualche caso, il cantiere è proseguito persino di domenica. Si tratta di un’azienda che ci era stata già presentata da Anas con le migliori credenziali; ha dimostrato di meritarle sicuramente tutte, nonostante stia scontando ritardi a causa di altri. L’impresa - ribadisce Isella - ha anche fronteggiato imprevisti tecnici, tra cui le lungaggini nella bonifica del sottosuolo da eventuali ordigni bellici inesplosi e la roccia in fase di trivellazione. Su un lato la palificazione è stata costituita da elementi di diverse dimensioni, per adattarsi all’andamento dello strato di roccia sottostante, incontrato dall’impresa in corso d’opera e che ha costretto a modificare le previsioni iniziali, accumulando – ricorda Isella – ulteriore ritardo oltre a quello già causato dall’iniziale bonifica».
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