Cronaca / Circondario
Venerdì 10 Marzo 2017
«Ci siamo salvati per pochi metri»
La testimonianzaL’olginatese Manuela Scaccabarozzi e il marito hanno visto il cavalcavia crollare davanti a loro
Al telefono racconta: «Ancora mi tremano le gambe e fatico a capire cosa è successo, tutto è durato pochi istanti»
Stavano andando a conoscere il nipotino appena nato, quando si sono trovati a un passo dalla tragedia.
C’erano anche due olginatesi in transito lungo l’autostrada A14, ieri, quando è avvenuto il crollo di un ponte nel tratto tra Loreto e Ancona sud, che ha travolto e ucciso due coniugi e ferito tre operai che si stavano occupando della manutenzione.
Pochissimi metri
Manuela Scaccabarozzi, conosciuta da tutti a Olginate per essere stata per 42 anni in municipio, diventando anche responsabile del servizio demografico, e per essere un membro attivo della sezione locale dell’Aido, era in viaggio in auto con il marito quando hanno dovuto frenare bruscamente: due auto davanti a loro avevano appena evitato di schiantarsi contro parte del cavalcavia precipitato sulle carreggiate. Solo per una questione di metri, pochissimi metri, sono riusciti a scampare alla tragedia.
Come ci racconta la stessa Scaccabarozzi che abbiamo contattato telefonicamente, pochi minuti dopo quei drammatici momenti:«Ancora mi tremano le gambe e faccio fatica a capire cosa è successo. So solo che cinque metri davanti alla nostra auto, c’era il ponte crollato».
Come detto, l’olginatese e il marito erano partiti giovedì da Olginate per andare a conoscere il loro primo nipotino appena nato. «Eravamo diretti a Pescara, per raggiungere nostro nipote, quando intorno alle 14 ci siamo ritrovati a percorrere la A14, nei pressi di Camerano. A un tratto abbiamo visto una grossa nube scura, pensavamo fosse un incendio. È durato tutto pochi istanti e tutto si è svolto in modo velocissimo». Quindi prosegue nel drammatico racconto. «Ricordo che c’erano solo due auto davanti a noi, quando a un tratto chi ci precedeva ha inchiodato e anche noi abbiamo frenato bruscamente. Per fortuna in direzione lungo il nostro tragitto, lungo le corsie sud c’era poco traffico e anche le altre vetture sono riuscite a fermarsi senza incidenti e tamponamenti. Quando si sono fermati tutti, abbiamo iniziato a scendere dalle vetture per capire cosa fosse successo».
Lo scorso 28 ottobre
I lecchesi si sono ritrovati davanti agli occhi una scena choccante: ancora una volta, un cavalcavia è crollato, schiacciando e uccidendo delle persone e causando ferite a tre degli operai che erano impegnati a lavorare sul ponte chiuso per manutenzione . Proprio come è successo lo scorso 28 ottobre sulla super, in territorio di Annone. Crollo che è costato la vita al civatese Claudio Bertini. «È assurdo e incredibile quello che è successo. Abbiamo purtroppo visto quella scena drammatica, i feriti e i corpi delle vittime. Quel ponte era chiuso per manutenzione, altrimenti il bilancio delle vittime sarebbe stato ancora più pesante».
Dopo l’intervento delle forze dell’ordine e dei soccorritori, il tratto di autostrada è stato chiudo e i veicoli sono stati fatti uscire a Loreto.
«Ho subito pensato alla Madonna di Loreto - confessa l’olginatese - noi e chi ci precedeva, abbiamo sfiorato il crollo, questione di metri. Davvero, mi sono tremate le gambe a lungo e ho fatto fatica a realizzare tutto quello che stava accadendo. Stavano solo andando a conoscere il nostro nipotino. Una giornata di festa che si è trasformata in una tragedia, ma per fortuna noi stiamo bene, nonostante lo spavento».
La notizia subito in paese
Impossibile ora sentirsi al sicuro, visto che i ponti continuano a crollare e a causare vittime. «È incredibile dopo quello che è successo ad Annone, che continuino a verificarsi questi crolli. E a sentire le notizie di cronaca, sono migliaia in Italia i ponti a rischio crollo. C’è da avere paura» conclude la donna.
A Olginate la notizia della presenza dell’ex storica impiegata comunale ha subito fatto il giro del paese.
Sul luogo dell’incidente anche due brianzoli, Fabio Tripicchio, consigliere comunale di Nibionno, e Davide Usuelli, fratello del primo cittadino Claudio, che ieri pomeriggio si trovavano a soli 500 metri dal punto in cui è crollato il cavalcavia, tra Ancora e Loreto.
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