Camera, confermato il taglio dei vitalizi
Rusconi: «Legittimo, ma serve chiarezza»

Il caso Firmata la sentenza per il ricalcolo in senso contributivo, riguarda 800 parlamentari L’ex sindaco di Valmadrera: «Rispetto la scelta, ora però un tetto ai grandi dirigenti statali»

Confermato il taglio ai vitalizi per 800 e deputati eletti prima del 2012.

Ieri il presidente del consiglio di giurisdizione della Camera ha firmato la sentenza che conferma il ricalcolo degli assegni percepiti sulla base del metodo contributivo.

Pertanto, come per tutti i pensionati italiani, anche gli assegni degli ex onorevoli continueranno ad essere calcolati in base ai contributi versati e non più in base allo stipendio percepito durante il mandato.

I precedenti

La causa giunta oggi alla sentenza di primo grado è iniziata nel 2019 con il ricorso da parte di oltre mille ex parlamentari contro la delibera del luglio 2018 che disciplinava il taglio in questione. Grazie alla sentenza di ieri, la Camera risparmierà 14 milioni di euro per il solo 2024.

L’estate scorsa erano scoppiate delle violente polemiche politiche dopo che il consiglio di garanzia del Senato aveva cancellato questo ricalcolo per quanto riguarda i senatori dopo le pressioni di molti ex membri. Eppure, per Palazzo Madama il provvedimento aveva determinato un risparmio di 40 milioni di euro all’anno.

La sentenza del consiglio di giurisdizione della camera, oltre al taglio, conferma le cosiddette “mitigazioni”, ossia i ripristini di alcuni assegni, già deliberati da tempo, per rispondere ad esigenze individuali di ex parlamentari.

È prevista una sola deroga al sistema contributivo: se, in base a questo meccanismo dovesse risultare, per i parlamentari con più legislature, un assegno di importo superiore a quello previsto dal precedente sistema retributivo, la pensione dell’interessato resterebbe limitata all’importo minore.

Le parole

Tra gli 800 ex deputati coinvolti dal provvedimento figura anche uno storico politico lecchese, ovvero Antonio Rusconi.

Attuale assessore esterno nella sua Valmadrera, Rusconi è stato deputato per due legislature, tra il 2001 e il 2008, e senatore per una legislatura, tra il 2008 e il 2013, sempre tra le file del centrosinistra.

«Sono sereno. – commenta l’ex primo cittadino valmadrerese – Quando ho iniziato a fare il deputato ho mantenuto lo stesso stile di vita che avevo da professore, cosa che faccio tutt’ora. La notizia non mi sconvolge, non la ritengo una cosa importante e rispetto le decisioni dei legislatori attuali. Credo però che servirebbe un po’ di chiarezza sui regolamenti, attualmente diversi tra Camera e Senato. Peraltro, io sarei favorevole a porre un tetto alle pensioni massime degli grandi dirigenti statali, come chi esce da Banca d’Italia».

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