Calolziocorte, la polizia locale interviene per allontanare i nomadi

L’ordinanza non è stata sufficiente. Ancora una volta, sono dovuti intervenire gli agenti della polizia locale per fare in modo che i nomadi, che si erano installati in via San Rocco, lasciassero il territorio di Calolziocorte.

A differenza di quanto accaduto in passato, stavolta hanno però insistito. Una volta caricati armi e bagagli sui mezzi, invece di andarsene, si sono diretti verso la zona del dancing del Lavello, dove speravano di potersi fermare ancora un po’.

Di nuovo sono intervenuti gli agenti e così questa volta sono stati costretti ad andarsene sul serio.

Di fatto, come accade da tre anni a questa parte, è guerra aperta, se così si può definire, con il Comune e l’amministrazione del sindaco Marco Ghezzi.

Che sta vincendo tutte le battaglie ma che si trova costretto a condurre una guerra a oltranza. Che nessuno sa se e quando finirà.

Tre anni fa ormai, stanchi di dovere sopportare gli accampamenti improvvisati in zona Lavello nell’area mercato, con tutto quello che ne conseguiva una volta che i nomadi se ne erano andati, a Calolziocorte avevano fatto installare le prime transenne, bloccando l’accesso all’area di camper e roulotte.

Dopo quel primo intervento, Calolzio è stata costretta a finanziarne altri tre, direttamente o con l’aiuto di privati. Prima sono state installate le barriere nella zona del parcheggio davanti alla Fontana. Poi sono arrivate quelle per bloccare l’ingresso al parcheggio del Lavello. Da ultimo, sono state installate barriere anche al secondo parcheggio davanti alla Fontana.

Si sperava di scrivere la parola fine a questa storia, Non è stato così. Infatti, quando non poco numerosi, i nomadi si infilano nella zona dietro al dancing. Se invece la carovana è più consistente si indirizzano verso altri siti. A cominciare, per esempio, da via San Rocco.

C’è chi ritiene che il problema si potrebbe risolvere con la realizzazione di un’area camper, che in città manca.

È di tutt’altra idea il sindaco. Convinto del fatto che i nomadi non la utilizzerebbero comunque. E cita quello che avviene a Olginate, dove l’area camper esiste ma che non viene utilizzata dai nomadi.

Così, chissà ancora per quanto, la guerra continuerà. Con gli amministratori impegnati a trovare risorse per bloccare gli accessi a tutti i possibili siti e i nomadi irriducibili che, evidentemente innamorati del lago di Calolziocorte, scacciati da una zona, fanno di tutto per trovarne un’altra nelle vicinanze dove continuare a bivaccare ignorando leggi e regole.

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