
Cronaca / Circondario
Lunedì 31 Marzo 2025
Calolziocorte: insulti e minacce, la consigliera provinciale Silvia Bosio denuncia stalker
Calolziocorte
Decine e decina di messaggi di insulti e offese personali, nell’arco di settimane, all’indirizzo di Silvia Bosio, consigliere comunale di Calolziocorte e consigliere provinciale per Forza Italia.
Così, dopo un periodo di disorientamento, la trentanovenne di Calolziocorte ha preso coraggio e denunciato l’accaduto. Una denuncia per stalking in base al “codice rosso”, presentata qualche tempo fa, e partendo dalla quale la Questura farà le indagini per cercare di risalire all’identità della o delle persone che hanno indirizzato al suo profilo Instagram i messaggi offensivi.
«I messaggi - precisa Bosio - non riguardavano la mia attività né di consigliere comunale a Calolziocorte né di consigliere provinciale a Lecco. Prendevano di mira me in quanto persona. Erano messaggi intimidatori, di minacce e insulti ma non voglio dire di più perché riguardano la mia sfera privata».
«Questi messaggi - spiega però - sono arrivati da un profilo su Instagram, che ho immediatamente bloccato. A quello ne sono poi seguiti decine e decine di altri, tutti bloccati».
Una tortura durata settimane, forse addirittura mesi, che alla fine hanno costretto Bosio a rivolgersi alle forze dell’ordine e denunciare quello che le stava accadendo.
«Dopo un po’ ho capito che vergognarsi era sbagliato e che non era giusto stare zitti. All’inizio, quando ti accade una cosa del genere, ti appare irreale. Quando si sente parlare di fatti di questo tipo, è normale pensare che a te non possa capitare. Quando però succede, all’inizio lasci correre. Pensi non sia importante. Ci vuole un po’ per comprendere che restare in silenzio è sbagliato. Soprattutto se, nel mio caso, da anni mi impegno nelle varie manifestazioni per denunciare la violenza contro le donne o mi batto per le pari opportunità».
E l’età non conta. «Anche se sono adulta e ho amici, il bullismo ti fa sentire a disagio e mette in difficoltà, facendo vacillare le tue certezze. Per questo, prima di decidere di denunciare e poi di rendere pubblico quello che mi è accaduto, ho dovuto riflettere a lungo. Ho denunciato perché è giusto farlo, non subire le minacce. Poi, dopo un po’, ho anche capito che essendo un personaggio pubblico ed esposto, era giusto espormi in prima persona e raccontare qualcosa che era successo a me ma che può succedere anche ad altre donne, per dare a tutte loro la forza di non stare zitte e raccontare».
Soprattutto perché, anche se Bosio si considera «una donna forte e risoluta», quei messaggi sui social l’hanno costretta a cambiare le sue abitudini. «Non ho idea di chi possa essere. Non so se si tratti di una persona che mi conosce oppure di qualcuno che mi ha soltanto visto o incontrata a un evento. So però che da quando mi è successo, mi guardo attorno con sospetto. E ormai anche quando mi arrivano messaggi sul telefono, li leggo con ansia perché, in fondo, anche se ci crediamo forti, siamo tutti un po’ fragili».
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