Sì del comandante della polizia locale Andrea Gavazzi al taser per gli agenti in servizio. Il numero uno della locale calolziese è infatti favorevole alla scelta dell’amministrazione Ghezzi di dotare gli agenti del dispositivo elettronico, in uso alle forze dell’ordine come strumento di autodifesa e impiegato per immobilizzare temporaneamente un soggetto senza dovere necessariamente ricorrere all’uso di armi da fuoco. All’ipotesi, l’assessore alla pubblica sicurezza Luca Caremi aveva accennato alcuni mesi fa. Da allora, tuttavia, non sono stati fatti molti passi in avanti.
«Ad oggi - precisa il comandante Gavazzi - siamo ancora nel campo delle idee. Quando, a suo tempo, l’assessore ha chiesto il mio parere, mi sono subito dichiarato favorevole e disponibile. Eravamo rimasti d’accordo che avremmo fatto i dovuti approfondimenti per capire se e con quali modalità la polizia locale di Calolziocorte potesse essere dotata dell’apparecchio. Ad oggi, non ho ancora avuto modo di fare queste ricerche ma sono assolutamente favorevole a questa novità».
A convincere Gavazzi dell’opportunità di aggiungere l’apparecchio elettronico al cinturone dei suoi agenti, anche alcuni episodi avvenuti in passato, che hanno avuto conseguenze sugli intervenuti. Il comandante ricorda che in almeno un paio di casi due uomini intervenuti per eseguire un tso, trattamento sanitario obbligatorio, sono rimasti infortunati. In un caso, nell’agosto del 2023, un agente aveva addirittura rischiato di essere accoltellato. La coltellata l’aveva presa un vigile del fuoco, che se l’era fortunatamente cavata con una contusione perché indossava la divisa che lo ha protetto.
«So che, almeno per il momento, l’utilizzo di questi apparecchi da parte delle forze dell’ordine è contingentato - afferma il comandante. - Ritengo che sarebbe tuttavia più giustificato contingentare l’utilizzo della pistola, piuttosto. Avere a disposizione un taser invece che un’arma permette di poterlo utilizzare non dico con leggerezza ma certo con una maggiore facilità. Anche solo come deterrente, visto che dicono che non provoca danni permanenti, potrebbe essere assai più utile dell’arma, potenzialmente mortale e perciò assai pericolosa». Il comando, insomma, è pronto a questa ulteriore novità che potrebbe aprire la strada ad altri, come era accaduto in passato per altre questioni, dalla scelta di dotare gli agenti di un’arma da fuoco a quella di acquistare giubbotti antiproiettile da indossare durante i posti di blocco. «Ad oggi - ricorda Gavazzi - si tratta di un’idea che non si è ancora tradotta in nessun impegno da parte dell’amministrazione, neppure economico. Ricordo infatti che non solo dovranno essere acquistati gli apparecchi (il cui costo si aggira attorno ai 500-600 euro l’uno, ndr.) ma anche organizzata la formazione del personale che dovesse esserne dotato».
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