Cronaca / Circondario
Sabato 13 Aprile 2019
Calolzio: «Noi in piazza contro le zone rosse»
Quasi duecento persone al presidio contro le disposizioni sui centri di migranti. Ma il carroccio replica: «I calolziesi ci testimoniano il loro sostegno»
La risposta è stata consistente: il presidio “silenzioso” organizzato dal gruppo di opposizione “Cittadini Uniti per Calolziocorte” per contestare il Regolamento comunale sulle strutture di accoglimento per migranti adottato dalla maggioranza ha richiamato in piazza Vittorio Veneto circa duecento persone. A presentarsi sono stati non solo i calolziesi: in tanti sono giunti da fuori città, tra amministratori, sindacalisti e membri di associazioni. A chiarire lo spirito dell’iniziativa è stato Cesare Valsecchi, ex sindaco e capogruppo di “Cittadini Uniti”, che ha salutato favorevolmente l’afflusso di cittadini, «numerosi nonostante un clima non particolarmente favorevole».
Valsecchi ha chiarito lo scopo del presidio, convocato «perché siamo di fronte a un provvedimento molto grave che lede i diritti delle persone e i principi fondamentali. Questo rischia di essere il primo mattone, sia pure posto magari involontariamente, di una strada pericolosa. Quindi, siamo convinti della necessità di revocare questo Regolamento».
È stato anche distribuito un duro volantino, firmato dal Pd di Lecco, nel quale la fotografia del sindaco Marco Ghezzi è accostata a quella di Nelson Mandela, storico leader del movimento anti apartheid sudafricano rimasto in carcere 27 anni . Sotto il volto del sindaco, la scritta “Apartheid della Lega nostrana”. Sotto quello del Nobel per la pace, invece, “27 anni di prigione. 1990: liberazione e fine dell’apartheid”. E la chiosa: “Chi è meglio di un altro?”
Decisa la replica del Carroccio calolziese. «Anche alle strumentalizzazioni politiche dovrebbe esserci un limite – ha dichiarato il segretario cittadino Luca Caremi -, che in questo caso mi pare si sia ampiamente superato. A parte il fatto che questo volantino è vergognoso , si sta continuando a travisare il messaggio e lo spirito del regolamento. I calolziesi, però, ci stanno testimoniando il loro sostegno, perché hanno compreso ragioni e obiettivi del provvedimento. Tanto è vero che al presidio la maggior parte dei presenti non era di Calolzio. In ogni caso, l’intera maggioranza e la sezione sono compatte e solidali con il sindaco Ghezzi: se lo si dipinge come razzista è perché non lo si conosce per niente».
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