Calolzio: due aggressioni in città. La Lega chiede più controlli

Due aggressioni in un solo giorno in città. La più grave risale al pomeriggio di martedì, quando un uomo di 54 anni è stato preso a bottigliate da quattro nordafricani nella zona della stazione ferroviaria. La vittima della prima è invece un uomo di 29 anni, che è stato picchiato in via Giuseppe Mazzini. In entrambi i casi, i due sono stati ricoverati in ospedale in codice verde.

Nonostante le conseguenze non siano state drammatiche, i due episodi hanno spinto i rappresentanti della Lega a intervenire chiedendo maggiori controlli e più sicurezza per chi vive in città. L’episodio più grave è quello avvenuto nel primo pomeriggio.

Un uomo di 54 anni, che era entrato in un dei due bar vicino alla stazione per un caffè al termine della giornata di lavoro, dopo esserne uscito, ha raggiunto i binari della stazione ferrovia, con l’intenzione di salire sul treno diretto per Milano, che sarebbe partito alle 17,15. Per motivi non chiari, tra lui e quattro ragazzi stranieri di origine nordafricana, che si trovavano sui binari, è nato un diverbio.

A un certo punto, l’uomo è stato circondato dal gruppetto e uno di loro ha impugnato una bottiglia di vetro per il collo, rompendogliela sulla testa. Dopo averlo costretto a terra, i quattro si sono allontanati. Alcuni dei presenti sono intervenuti per soccorrere e aiutare il malcapitato e chiedendo l’intervento dei soccorritori e delle forze dell’ordine. In stazione sono così arrivati i carabinieri e i volontari del soccorso di Calolziocorte. Dopo avere medicato il ferito sul posto, che aveva riportato diverse contusioni per i colpi subìti, i sanitari lo hanno caricato in ambulanza e trasportato per tutti i controlli del caso al pronto soccorso dell’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, dove l’uomo è giunto poco prima delle 17 in codice verde. Subito dopo l’aggressione, non è chiaro per quali motivi, i quattro si sono allontanati dalla stazione infilandosi in una delle vie che costeggiano i capannoni dismessi dell’area industriale davanti alla stazione.

Sulla loro strada hanno trovato alcune automobile parcheggiate, ad alcune delle quali è stato rotto il finestrino. Per individuare i responsabili e capire i motivi alla base dell’aggressione del cinquantenne, i carabinieri stanno conducendo indagini oltre che verificando le immagini del sistema di videosorveglianza comunale che tiene sotto controllo tutta la zona. Come detto, sempre martedì, a poca distanza dalla stazione ferroviaria si era verificato un’altra aggressione. In questo caso a farne le spese era stato un uomo di 29 anni che se l’è cavata con un ricovero in codice verde al pronto soccorso dell’ospedale di Erba dopo le prime cure del caso prestate dalle giubbe arancioni dei volontari del soccorso che hanno sede proprio in via Mazzini, nell’immediate vicinanze del fatto.

Quanto accaduto in città, ha costretto gli esponenti della Lega a Intervenire. Daniele Butti, segretario provinciale, è durissimo: «Siamo stanchi di sentirci dire che tutto va bene, che gli episodi criminosi sono in media nazionale se non in calo, che bisogna capire le difficoltà di inserimento di immigrati quasi a giustificare i loro episodi. Tutti i giorni sul territorio lecchese avvengono episodi di violenza perpetrati da stranieri. Questo di Calolziocorte è solo l’ultimo di una serie di fatti criminosi avvenuti in provincia, il dato che fa riflettere è che tutti avvengono tranquillamente in zone centrali ed alla luce del sole. La gente vuole sicurezza, i nostri cittadini non vogliono vivere un coprifuoco forzato dalla violenza di individui che scorribandano grazie ad una politica di immigrazione malata voluta dalle sinistre. Il tema della remigrazione è stato aperto dai giovani del nostro movimento e credo sia una necessità aprire alla possibilità». Andrea Bettega, coordinatore provinciale della Lega giovani di Lecco, aggiunge: «Questi episodi non sono semplici incidenti, sono la dimostrazione del fallimento delle politiche migratorie e pseudo inclusive della sinistra. Parliamo di remigrazione, una soluzione concreta per chi non si integra, e soprattutto che non vuole nemmeno integrarsi, e non rispetta le nostre leggi».

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