Cronaca / Circondario
Venerdì 21 Maggio 2021
Calolzio, Colpo in banca,
opera dei ladri hacker
Prende piede la pista dei professionisti informatici per il furto di novantamila euro a Banca Intesa Gli esperti: «I Bancomat hanno spesso sistemi operativi vetusti, basta conoscere il software e li si può svuotare»
Non semplici ladri per così dire, ma ladri hacker. Criminali esperti di informatica capaci di entrare nel sistema operativo del bancomat, bloccare tutti sistemi di sicurezza disposti dalla banca e gestiti da algoritmi e protocolli informatici. E capaci poi di scappare con un ricco bottino.
La pista
Sembra essere questa la pista più credibile su cui le Forze dell’ordine sembrano concentrarsi nelle indagini avviate per individuare gli autori del colpo messo a segno probabilmente tra domenica e lunedì a Calolzio, ai danni dello sportello bancomat della filiale di Intesa San Paolo.
Un furto che si è rivelato essere un colpaccio da almeno 90 mila euro. Fin da subito si è capito che ad agire erano stati dei veri professionisti, ma con il passare delle ore ha preso forma l’ipotesi che si sia stata l’azione di uno o più ladri esperti di informatica consapevoli del fatto che i bancomat sono i punti deboli delle banche. Un lavoro pulito. Nessuna esplosione né picconate per asportare la cassa con i contanti come avveniva un tempo: solo il display spaccato e poi un ammanco di ben 90 mila euro.
Come hanno fatto i ladri? Lo abbiamo chiesto ad esperti di cyber security del nostro territorio che svelano come non solo le banche, ma pure tutti noi siamo estremamente vulnerabili ad attacchi.
Luca Dozio esperto di sicurezza informatica per banche afferma: «I bancomat hanno computer all’interno e spesso hanno sistemi operativi vetusti, tipo Windows XP. Agli hacker basta sapere che modello è, che software utilizza e poi sanno che vulnerabilità ha e in poco lo svuotano».
Lo conferma anche Mario Goretti amministratore delegato di Alleatech srl nata da Easynet e G.R. Informatica:
«Evidentemente chi ha colpito è riuscito a impedire tutti i sistemi di sicurezza che in una banca si attivano in caso di manomissione o di furti fisici». Infatti nella fattispecie non sono scattati allarmi e neppure il sistema che macchia le banconote.
«Questi sistemi sono gestiti da software e protocolli informatici che sottostanno ad algoritmi e meccanismi che un hacker è in grado di smontare». Gli hacker sono dei veri professionisti.
Altri particolari su La provincia di Lecco in edicola venerdì 21 maggio
© RIPRODUZIONE RISERVATA