In tutta la città, sta suscitando clamore la notizia del ritorno di Baby Gang in carcere.
Appena pochi giorni fa, il trapper lecchese aveva fatto discutere perché, in concomitanza con l’uscita del suo ultimo disco, i fan delle vicine case Gescal avevano illuminato il cielo notturno con i fuochi d’artificio.
Da lunedì sera, invece, il nome sulla bocca di tutti è ancora una volta il suo ma perché per lui si sono nuovamente spalancate le porte del carcere. A riportare dietro le sbarre Baby Gang, trapper da milioni di ascolti sulle principali piattaforme di musica in streaming, i carabinieri della stazione di Calolziocorte. Lunedì sera hanno suonato al campanello di casa di corso Europa, dove Zaccaria è agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico da gennaio. Gli uomini in divisa sono intervenuti per eseguire un’ordinanza della Corte d’Appello di Milano di aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari, provvedendo al trasferimento in carcere. Il discusso trapper, come si ricorderà, era agli arresti domiciliari per due condanne in primo grado a 4 anni e 10 mesi per una rapina e a 5 anni e 2 mesi per una sparatoria risalente all’estate 2022 in una zona della movida milanese.
Appena pochi giorni fa, i suoi manager avevano dovuto annullare il concerto previsto per i prossimi giorni ad Assago a Milano e in altre città italiane. In un comunicato stampa, preannunciavano di essere al lavoro per ottenere tutti i necessari permessi e comunicavano le nuove date fissate a dicembre. Come una doccia fredda, invece, è arrivata la decisione della terza Corte d’appello di Milano di riportare in carcere Baby Gang.
La richiesta di aggravamento della misura cautelare agli arresti domiciliari è arrivata dalla Procura Generale. La quale ha ritenuto violate le prescrizioni relative ai domiciliari. In base agli atti, Baby Gang avrebbe «comunicato con un numero indeterminato di soggetti, pubblicando fotografie su Instagram, ove viene ritratto mentre impugna una pistola che punta verso l’obiettivo, ostentando il braccialetto elettronico». Per i giudici, quelle immagini rivestono «carattere di gravità» e sono indice «del pericolo concreto ed attuale di reiterazione di reati analoghi a quelli per cui» il trapper è imputato.
Accuse che la difesa del trapper respinge. L’avvocato Niccolò Vecchioni parla di «superficialità» riferendosi alla motivazione che «lascia sbalorditi». E precisa che «l’account social del cantante è gestito dal suo manager ed il materiale pubblicato è stato realizzato in sessioni di lavoro che erano state autorizzate dalla stessa Corte di appello. Un provvedimento sintomo di schizofrenia giudiziaria avverso il quale faremo appello al Tribunale del Riesame». Il processo di secondo grado per la sparatoria è fissato per il prossimo 4 giugno.
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