Cronaca / Circondario
Mercoledì 16 Gennaio 2019
Allarme per gli incendi
Sono 300 i volontari
pronti a intervenire
Calolziocorte Negli ultimi giorni una decina di roghi
«Il problema è quello dell’abbandono della terra
Si deve ricostruire una corretta gestione del territorio»
Da dopo Natale i roghi sul territorio sono già stati una decina, ma se le condizioni meteo non dovessero cambiare i pericoli maggiori non sarebbero ancora scongiurati.
Divieto di accendere fuochi
Anche per questo, i trecento volontari antincendio che operano con la Comunità Montana come riferimento stanno monitorando con attenzione le aree di competenza, dove il divieto di accendere fuochi di qualsiasi genere è categorico. Proprio da questi scaturisce la maggior parte degli incendi boschivi.
L’allarme resta elevato: il rischio, con condizioni atmosferiche di siccità e vento come quelle attuali, continua a tenere alta l’attenzione degli operatori che fanno capo al Servizio agricoltura e foreste dell’ente sovracomunale, il cui responsabile è Renato Corti, (Paola Colombo è l’assessore di riferimento) e che hanno a Calolzio il loro centro operativo, dove sono depositati materiali e mezzi. «L’accensione dei fuochi in questo periodo è davvero molto pericolosa perché, con il vento anche poche braci residue possono sviluppare un incendio. La bruciatura delle ramaglie può essere uno strumento utile alla pulizia dei boschi e dei coltivi nella misura e con le modalità previste dalla legge e quando ci sono le giuste condizioni. Ora è tassativamente vietato». Chi sgarra va incontro a sanzioni pesanti: a seconda del tipo di incendio e dei danni causati a cose e persone l’importo della multa cambia, ma si parla comunque di parecchie centinaia di euro. Accanto alle quali c’è in automatico la denuncia penale.
«Il problema fondamentale in verità è quello dell’abbandono della terra, della cura dei boschi e dei coltivi e in montagna della assenza del bestiame al pascolo. Tutto questo determina la presenza di molto combustibile vegetale secco a terra e rende gli incendi molto più intensi, estesi e difficili da estinguere. Non si tratta quindi solo di migliorare il sistema delle emergenze ma soprattutto di ricostruire una corretta gestione del territorio, a partire per esempio da una efficiente viabilità forestale». Il lavoro dei volontari è encomiabile: la prevenzione, con la pulizia di fasce tagliafuoco, e la disponibilità per gli interventi di spegnimento, che effettuano con crescente preparazione.
La sicurezza degli operatori
«A noi sta a cuore prima di tutto la sicurezza degli operatori e svolgiamo impegnativi programmi di formazione e aggiornamento, in applicazione delle disposizioni regionali in materia. Per tutto questo lavoro, i volontari ricevono raramente una meritata parola di ringraziamento». Gli enti forestali hanno per tanti anni collaborato efficacemente con il Corpo Forestale dello Stato che aveva un ruolo fondamentale ma che è venuto meno come punto di riferimento. «Con le nuove condizioni e normative, stiamo cercando di costruire efficaci relazioni e collaborazioni operative sia fra Comunità Montane, con i Parchi Regionali, sia con il Gruppo Carabinieri Forestali che con il Corpo dei Vigili del Fuoco, ciascuno per le funzioni che la legge gli ha assegnato».
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