Cronaca / Circondario
Domenica 13 Maggio 2018
Aerosol: si firma l’intesa
L’attività riparte con 44 lavoratori
Turni di quattro ore nel ramo d’impresa che si occupa di farmaceutica
Il sindacato: «È importante che venga riavviata la produzione e che il mercato risponda»
Potrebbe arrivare domani la firma dell’accordo tra la proprietà dell’Aerosol, rappresentata da Giovanni Bartoli, e i sindacati.
Un accordo con cui si definiranno le condizioni, dal punto di vista dei lavoratori, con cui la storica società di Valmadrera, attiva nel settore come terzista, cederà in affitto il ramo d’azienda farmaceutico alla neo costituita Aerosol Pharmaceutical, società che vede lo stesso Bartoli come amministratore unico. L’Aerosol Service Italiana da oltre due anni affronta infatti una pesante crisi di liquidità che ha visto la forza lavoro calare da 120 a 64 dipendenti, lavoratori che oggi reclamano 6 mesi di stipendi arretrati, e con la produzione bloccata dallo scorso 15 dicembre a causa dell’intervento di Arpa e Vigili del fuoco che hanno richiesto la messa a norma della fabbrica di Valmadrera. «In Aerosol Pharmaceutical inizialmente confluiranno 44 lavoratori che sono già state selezionati in base a una graduatoria con punteggi relativi all’anzianità di servizio, anzianità anagrafica, carichi di famiglia e scelte aziendali in materia di professionalità. - spiegano i sindacalisti Massimo Ferni (Cisl), Nicola Cesana (Cgil) e Celeste Sacchi (Uil) – Le rimanenti 20 persone rimarranno in contratto di solidarietà fino al 12 giugno. Una parte di questi proseguirà l’attività nella vecchia società, nel ramo dei presidi medico chirurgici, dove sembra ci possa essere lavoro non soltanto per i due mesi annunciati, ma con una produzione che potrebbe proseguire. Per le persone che rimarranno fuori da tutto stiamo cercando di trovare modalità di utilizzo degli ammortizzatori sociali, oltre al prolungamento del diritto di repechage da 6 mesi a 2 anni».
Inizialmente la nuova Aerosol lavorerà con un solo turno e la maggior parte dei 44 lavoratori farà un part-time di 4 ore al giorno. Quando si potrà attivare il secondo turno si dovrà valutare se aumentare gli orari di lavoro o recuperare qualche altro lavoratore. Per recuperare tutti i lavoratori oggi in organico, bisognerà però arrivare ad avere tre turni. «Per far partire il secondo turno – continuano i sindacati - comunque ci vorrà un po’ di tempo, anche perché manca un meccanico e nessuno si fa assumere se l’azienda non torna a lavorare. Questo disegno funziona se, nell’arco di un tempo definito, si riesca a recuperare tutti. Per questo serve che la produzione riparta, che la direzione aziendale riesca a gestire l’azienda e il mercato risponda». Intanto, secondo quanto riferito da Bartoli ai sindacati, dovrebbero essere quasi ultimati i lavori in fabbrica e si attendono gli ultimi via libera dall’Arpa.
La produzione potrebbe quindi ripartire tra una decina di giorni con una road map così costituita: domani la firma dell’accordo tra proprietà e sindacati, nei giorni a seguire il pagamento di uno stipendio, atteso già per lo scorso 27 aprile, poi la ripresa della produzione con la verifica sul campo del fatto che l’azienda abbia ancora mercato e sia in grado di funzionare e pagare gli stipendi. Infine non ci sono invece novità sui partner industriali che potrebbero entrare nel capitale una volta che la produzione sarà ripresa.
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