Cronaca / Circondario
Sabato 09 Giugno 2018
Aerosol, crisi senza fine
«Ancora niente stipendi»
Valmadrera: nessuna buona nuova per i 63 dipendenti. I sindacati: «O si riparte oppure il destino è segnato»
La situazione dell’Aerosol di Valmadrera e dei suoi 63 dipendenti si aggrava. E nelle prossime settimane potrebbe avere uno sviluppo in tribunale.
La produzione, bloccata dal 15 dicembre per mettere in sicurezza la fabbrica, non è ancora ripartita. I clienti cominciano a mostrare segni di insofferenza, mentre i lavoratori sono arrivati ad accumulare sette mensilità non pagate.
Il mancato rispetto delle promesse fatte dalla direzione aziendale ha portato l’assemblea dei lavoratori a proclamare lo sciopero a oltranza, con presidio davanti alla fabbrica di Valmadrera. Sciopero che è stato confermato nel pomeriggio di ieri dopo che non sono giunte rassicurazioni da parte della proprietà, come spiegato dai sindacalisti Nicola Cesana (Cgil), Massimo Ferni (Cisl) e Celeste Sacchi (Uil).
«Attendevamo notizie dall’azienda - dicono i sindacalisti - e quello che abbiamo saputo non è positivo: non hanno in previsione di pagare gli stipendi perché i soci, chiunque essi siano, non si stanno adoperando per risolvere la situazione. Invece c’era stato promesso che avrebbero pagato ogni 27 del mese. Dieci giorni fa c’è stato proposto un nuovo accordo, giudicato irricevibile dai lavoratori: volevano pagare il primo stipendio 5 giorni dopo la ripresa della produzione e un altro 20 giorni dopo. Il problema è che non sapendo se e quando riprenderà la produzione, era impossibile accettare: la gente come fa a mangiare? Si sarebbero accumulati sempre più stipendi non pagati».
Intanto la situazione si sta aggravando: «L’azienda sembra aver perso i clienti relativi al ramo dei presidi medici chirurgici. Infatti il cliente ha portato via quello che ancora aveva nella fabbrica e quindi è svanito quel pezzo di attività che poteva permettere il reimpiego di 7-8 lavoratori. Secondo la proprietà, l’azienda nel ramo farmaceutico ha ancora clienti per lavorare su due turni. Ma il problema è l’inattendibilità di chi gestisce l’impresa: o vengono messi i soldi per far ripartire la produzione e per pagare gli stipendi oppure il destino di questa azienda è segnato».
Sul fronte dei permessi che dovrebbero giungere da Regione Lombardia per la ripresa della produzione, la direzione aziendale di Aerosol ha riferito di aver spedito tutta la documentazione necessaria e di attendere risposta dal Pirellone: «Chiediamo che le figure istituzionali – continuano i sindacati – si attivino per abbreviare i tempi. Per questa ragione valuteremo se chiedere un incontro al Prefetto. Inoltre lunedì abbiamo una riunione in Provincia per chiedere l’attivazione delle politiche attive per il lavoro, riqualificazione e ricollocazione».
Una volta giunti i permessi, oltre alla questione degli stipendi, ci sarà da sciogliere anche il nodo dell’affitto del ramo d’azienda farmaceutico: «Stiamo parlando di un’azienda che potrebbe portare a giorni i libri in tribunale. La direzione aziendale vuole portare avanti un concordato in continuità per far ripartire l’azienda attraverso la newco Aerosol Pharmaceutical, ma non è da escludere che giunga un’istanza di fallimento da parte di qualche creditore. È un anno e mezzo che lavoriamo per evitare questa seconda possibilità, ma chi doveva fare la propria parte non l’ha fatta».
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