Cronaca / Circondario
Sabato 03 Marzo 2018
Aerosol, crescono i timori
Senza mezzi freschi, salta
Senza una ricapitalizzazione si avvicina lo spettro del fallimento
L’incontro di giovedì 8 in Provincia potrebbe essere decisivo per l’azienda
«Abbiamo sempre mantenuto le promesse». Con queste parole si era chiuso il 14 febbraio il faccia a faccia tra runa rappresentanza dei lavoratori dell’Aerosol di Valmadrera e Giovanni Bartoli, componente del cda dell’azienda e amministratore unico di Seconda Investimenti, la società che detiene il 100% delle quote azionarie della storica fabbrica.
Una realtà attiva come terzista nel settore della farmaceutica che da tempo affronta una grave crisi di liquidità con la produzione bloccata dallo scorso 15 dicembre e cinque mensilità arretrate per i 66 lavoratori rimasti in organico. Le promesse a cui faceva riferimento Bartoli, prese pochi minuti prima durante il tavolo provinciale per le crisi aziendali, con sindacati e istituzioni, riguardavano: la messa in sicurezza dell’impianto lavorativo secondo le prescrizioni di Arpa e Vigili del fuoco; il rientro in azienda dei lavoratori a partire dal 26 febbraio con doppio turno dalla settimana seguente; un aumento di capitale imminente sottoscritto da un nuovo partner industriale che in questo modo sarebbe entrato nell’azionariato, oppure ricapitalizzazione comunque garantita dall’attuale proprietà; e il pagamento di tre mensilità arretrate nel giro di poche settimane.
Promesse che, se mantenute, avrebbero dato una boccata di ossigeno ai lavoratori e avrebbe restituito una maggior appetibilità all’azienda agli occhi della multinazionale interessata ad acquistare il ramo d’azienda farmaceutico di Aerosol, società comunque leader in Italia nel suo segmento. A oggi però, denunciano i sindacati, l’unica promessa mantenuta è stata quella del pagamento della quattordicesima. Per la seconda volta in meno di un anno, secondo le parti sociali, si sarebbe garantito ai lavoratori un imminente aumento di capitale, in realtà mai effettuato, sempre più necessario per evitare il fallimento.
Lo scorso luglio infatti si attendeva un aumento di capitale da un milione di euro mai deliberato dal cda. La scorsa settimana ne era atteso uno da 500mila euro, anche in questo caso mai versato. Di più: ai sindacati era stata fatta giungere la notizia che il cda avesse realmente deliberato la ricapitalizzazione. Notizia su cui oggi ci sono molti dubbi e una certezza, quella cioè che le risorse non sono state versate. Da voci che giungono da ambienti vicini alla direzione, proprietà e management si starebbero muovendo per cercare di recuperare almeno 100mila euro, cifra che però appare insufficiente a rimettere in funzione l’impianto. Così, mentre i sindacati temono che la proprietà di Aerosol stia tirando la corda con la multinazionale interessata all’acquisto, per massimizzare il profitto, lo spettro del fallimento sembra farsi ogni giorno più reale. Giovedì 8, alla nuova seduta del tavolo provinciale, se ne saprà di più, ma questa volta lavoratori e sindacati sembrano pronti a utilizzare tutti gli strumenti legali a disposizione.
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