Cronaca / Circondario
Sabato 24 Dicembre 2016
Addio al maestro Angelo Mazza
Guidò per undici anni la Corale
Lecco Se ne è andato uno dei riferimenti della cultura lecchese
Il funerale lunedì alle 15,30 nella chiesa parrocchiale di Malgrate
La scomparsa di Angelo Mazza è un grave lutto per la cultura e per la città di Lecco. Di lui, musicista sensibile e di profonda cultura, che fu docente al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, sono da ricordare almeno la raffinata ricerca nel campo delle musiche antiche, l’autorevolezza dell’insegnamento e l’assegnazione del Primo Premio nel 1965 al XIII Concorso Internazionale “Guido d’Arezzo”.
Il lungo impegno
Per undici anni, dal 1982 al 1993 ha guidato l’Accademia Corale di Lecco, la prestigiosa istituzione fondata nel 1947 da Vincenzo Saputo, raccogliendo la non facile eredità del Maestro Guido Camillucci, insigne musicista, che aveva fatto crescere l’Accademia imponendola all’attenzione dei più illustri critici musicali italiani. Angelo Mazza riordina l’organico con l’immissione di nuovi cantori ampliando anche il repertorio e orientandosi su una pluralità di scelte che spaziavano dalla lauda medievale a quella rinascimentale, dai Mottetti di Bruckner ai pezzi sacri di Stravinkij, alle composizioni nelle quali il coro è sistemato da singoli strumenti o da un’intera orchestra. Sotto la sua direzione l’Accademia Corale si afferma sempre più nella considerazione degli specialisti e nell’apprezzamento del pubblico.
Antonio Scaioli, che succederà a Mazza nella direzione dell’Accademia, così descrive il Maestro che fu suo insegnante di composizione: «Ricordo anche i preziosi insegnamenti avuti dal Maestro Mazza, che faceva della meticolosità, della serietà professionale, del non lasciare mai neanche un particolare musicale non approfondito e studiato i punti qualificanti del suo operare».
In queste parole c’è tutta la passione, la serietà e il rigore del Maestro Mazza. Angelo era un gentiluomo, una persona di grande tatto e delicatezza, ma nel contempo molto esigente nella didattica, rigoroso e assai determinato. Così ne scriveva un membro della Accademia, l’avvocato Franco Calvetti, che di questa gloriosa istituzione lecchese fu il mentore e l’anima fin dalla fondazione: «Angelo Mazza, pur con le radici ben piantate nella tradizione rinascimentale, ha guardato coraggiosamente in avanti, dai romantici ai moderni, da Brahms a Bruckner a Stravinskij. Ed è riuscito ad iniettare nel gruppo corale molte giovani validissime voci, ottenendo un impasto coloristico di grande omogeneità, di sonorità certa. Il tutto con una didattica che chiameremo della mano di ferro in guanto di velluto; intransigente il Mazza fino allo spasimo nei dettami di precisione, di intonazione, di ritmo; sornionamente candido in quei sorrisi di incoraggiante approvazione…».
Un bel ritratto che ci restituisce la personalità del Maestro Mazza, un uomo, un artista che ha illustrato la nostra città attraverso la dedizione nei confronti di una realtà culturale che opera fra noi, con tenacia e competenza, da settant’anni; Angelo Mazza l’ha guidata con mano ferma e al tempo stesso con quella discrezione e quella signorilità che erano i tratti più salienti della sua fisionomia d’uomo e d’artista.
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