Lecco e provincia / Merate e Casatese
Mercoledì 12 Giugno 2013
Calco, violenza sulla moglie
In silenzio davanti al giudice
L’operaio di 48 anni, finito in cella a Pescarenico di Lecco per maltrattamenti e lesioni causate alla moglie per costringerla a subire il rapporto sessuale si è avvalso della facoltà di non rispondere
L’operaio di 48 anni, finito in cella a Pescarenico di Lecco per maltrattamenti e lesioni causate alla moglie per costringerla a subire il rapporto sessuale si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Ieri, l’ell’interrogatorio di garanzia, su consiglio del difensore d’ufficio avvocato Claudio Rea. L’indagato infatti non ha risposto alle domande del giudice delle indagini preliminari Massimo Mercaldo nell’aula del tribunale di Lecco dove è stato tradotto da tre agenti penitenziari nel primo pomeriggio di ieri.
L’ordine di custodia cautelare del gip Mercaldo è stato richiesto dal sostituto procuratore della Repubblica Paolo Del Grosso ed eseguito dai carabinieri della stazione di Brivio e del nucleo operativo di Merate.
Nel corso dell’udienza al 49enne, di origine albanese come la moglie, sono stati contestati i reati qualificati anche da alcune aggravanti, tra l’altro le lesioni per imporre con la forza il rapporto sessuale, tanto da rendere necessari alla moglie le cure in ospedale.
L’indagato, in stato di detenzione da sei giorni, è stato chiamato in causa per quanto accaduto, tra le mura di casa, nella notte del 28 maggio, con seguito delle indagini che hanno portato l’uomo dietro le sbarre della casa circondariale di Pescarenico.
Nel corso dell’udienza di convalida l’avvocato Rea ha anticipato la situazione di forte disagio personale dell’uomo, in quanto dovrebbe essere sottoposto a cure specifiche contro l’acolismo.
Tale stato infatti lo avrebbe spinto quella notte alla violenza sessuale.
Il 49enne è stato atteso e poi brevemente salutato dalla moglie e dalla figlia, che conta di potere presto parlargli in carcere.
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