Verso Lecco-Renate, mister Foschi in città: «Qui non mi sentirò mai avversario»

Intervista al tecnico della squadra brianzola artefice della promozione bluceleste in Serie B

A volte ritornano (da avversari) e non sono più gli stessi; ma solo fisicamente. Ore 14.30 di un uggioso mercoledì d’inizio ottobre, un suv posteggia davanti ad un bar del centro lecchese. Ne scende un uomo asciutto e scattante – avrà poco più di 45 anni; giubbotto e pantaloni neri -: è Luciano Foschi (classe 1967; sì, ne ha una decina in più) oggi allenatore di quel Renate che venerdì sarà ospite al Rigamonti-Ceppi. «Ma che hai fatto mister? Sembri ringiovanito...». Gli fa un quasi-coetaneo, con un pizzico di compiaciuta invidia. Risponde sorridendo: «Nulla, ho solo perso 6 chili. Ma ho dovuto farlo» . Lo si incalza...

Cioè? «“Nulla di grave ma, a inizio estate, avuto un problemino al cuore che per fortuna mi hanno risolto subito. Una aorta occlusa per metà: sono entrato in ospedale per un controllo, sono uscito che ero già operato, Mi hanno fatto uno stent e mi hanno ripulito. Ho avuto solo un po’ di paura. Ora? Beh, non mi vedi: sto bene, evito dolci e carne rossa e sto ricominciando ad allenarmi. Quindi...».

Quindi venerdì Lecco-Renate. «Eh già... Per la verità mi sono emozionato già mercoledì scorso (a vedere Lecco-Arzignano.ndr): sulle scale della tribuna è partito un applauso dei tifosi. E sì, è stata dura. Io resto un tifoso del Lecco e abito anche a Lecco, dalle parti dell’ospedale. Già il fatto di scendere a piedi verso il Rigamonti-Ceppi mi emozionava... Poi mi sono sentito con gli amici lecchesi di sempre. Detto questo, è chiaro: io lavoro per un’altra squadra e farò il mio dovere. Ma non mi sentirò mai un avversario qui. E’ solo una partita. Per me molto complicata ed ho il cuore diviso in due. Da una parte c’è anche il dispiacere per rivedere il Lecco in terza serie. Io non avrei mai voluto rincontrarlo, perché io resto un umile allenatore di terza serie e avrei sognato di andare a vedere in blucelesti in B. Se non altro per i suoi tifosi. Straordinari».

Ma purtroppo questa partita c’è; e c’è anche un Renate che ha tre punti in più. «La mia squadra? Con Massimo Crippa e Oscar Magoni (dg e ds.ndr) lavoriamo in bellissimo accordo e abbiamo costruito una squadra competitiva. Ma per me gli obbiettivi non vanno dichiarati, vanno raggiunti. Il presidente (l’imprenditore lecchese Luigi Spreafico.ndr) ci ha chiesto la salvezza. Raggiunta quella, penseremo ad altro... Questo è un campionato talmente equilibrato che tutto può accadere. Ora il Padova sta facendo un po’ meglio di tutte. Il Vicenza? Fortissimo. Con noi ha vinto meritatamente e nei primi minuti ci ha dato una “bambola”, poi però abbiamo costruito anche noi occasioni. Sì, i veneti per ora hanno qualcosa in più a livello di rosa».

Ma anche il Renate può far paura. A proposito: Di Nolfo (’98; ala destra, ex talento della Roma.ndr)? «Beh Francesco era stato paragonato a Totti ai tempi della Primavera. Poi ha avuto problemi personali. Io l’ho rivisto l’anno scorso al Trestina in D e mi sono detto “perché no?”. Sì, sta facendo bene: con la Feralpi un suo gol ci ha fatto vincere. Ah, vuoi sapere di Bocalon (centravanti classe ’89.ndr)? Lui è un trascinatore. Essenziale nei secondi tempi. Ma voi lo sapete: io non sono il De Zerbi della situazione: non è che proponga questo calcio spumeggiante. Però con me si lotta. Così siamo stati bravi a sfruttare gli episodi; a portarli dalla parte nostra, concedendo poche occasioni agli avversari (5 successi iniziali di seguito per 1-0.ndr)».

Finisce il tempo di un caffè, al tavolo di fronte ragazzine osservano; da tempo hanno smesso di parlare: «Ho capito chi è – sussurra una morettina all’amica bionda - è l’allenatore che ha portato il Lecco in B». Foschi sorride, ringrazia e saluta: «Ci vediamo venerdì».

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