Pistocchi: «Merito e buon senso, doverosa la B al Lecc

Il celebre opinionista nonché ex volto di Mediaset: «In un calcio in cui nessuno rispetta le regole, questo è un motivo banale»

CALCIO

Maurizio Pistocchi, classe 1956, giornalista, opinionista, telecronista, è uno dei tanti specialisti dei media che hanno apprezzato la rincorsa del Lecco alla serie B.

Non facile per chi, come Pistocchi, è tifoso del Cesena, squadra eliminata dai blucelesti in semifinale, e che cominciò la carriera proprio nel Cesena Calcio come dirigente accompagnatore della squadra Primavera, affiancando dal 1979 al 1981 l’allora sconosciuto Arrigo Sacchi. Poi il lavoro in Fininvest, in Mediaset fino al 2021. Uno dei volti più amati e seguiti del calcio italiano.

Pistocchi, lei si è espresso più volte a favore del Lecco in questi giorni. Come mai?

Il Lecco si è guadagnato la promozione in serie B sul campo con pieno merito e in un calcio italiano dove nessuno rispetta le regole mi sembra assurdo che per cinquecento posti in più di capienza da trovare allo stadio Rigamonti-Ceppi, per i quali il patron Di Nunno aveva già chiesto autorizzazione, si rischi di vanificare i sacrifici fatti e le prestazioni di una squadra.

Ma c’è di mezzo un termine perentorio imposto dal regolamento...

Verro, ma sarebbe un motivo burocratico di poco conto, quando ci sono decine, centinaia di irregolarità nel calcio italiano che vengono transate con multe risibili o penalizzazioni davvero ridicole.

Ci fa qualche esempio?

Il più clamoroso è la vertenza della Juventus per gli stipendi, la famosa operazione stipendi e i rapporti definiti “opachi” con le società satellite… Il punto di partenza deve essere questo: ovvio che le regole ci sono e vadano fatte rispettare.

Ma?

Ma altrettanto ovvio deve essere che, il giorno dopo la finale, chi ha versato 800mila euro di fidejussione e ha chiesto ad altre società di poter essere ospitato per poter adeguare il proprio stadio, venga ammesso in serie B. In pratica al Lecco mancava solo la Pec del prefetto di Padova che è arrivata con dodici ore di ritardo. È una situazione di buon senso… Ci sono tutte le prerogative perché il Calcio Lecco 1912 si presenti ai nastri di partenza in serie B.

Lo ripetiamo. Lei è romagnolo “doc” e tifoso del Cesena. Come mai così pro Lecco?

Lo dico perché è giusto. Nello sport c’è solo chi è più bravo e chi è meno bravo. Il Lecco ha meritato di andare avanti e poi di vincere i playoff. Non appartengo alla categoria dei tifosi che pensano che alla loro squadra del cuore debba essere consentito tutto. Il Lecco si è guadagnato la promozione sul campo. Le partite le ho viste tutte alla televisione… Sia andata che ritorno. E io ho seguito anche le due finali, per cui so di quel che parlo.

Calcisticamente, insomma, il Lecco secondo lei ha vinto con pieno merito? Il Foggia si è lamentato moltissimo…

Penso che il Lecco sia stato fortunato nella partita d’andata in casa contro il Cesena dove avrebbe potuto prendere quattro gol. Però al ritorno in Romagna era messo bene in campo, ha difeso bene, è ripartito bene. Ha dimostrato di avere un’identità. Foschi è stato bravo perché, da subentrante, ha fatto un lavoro straordinario. Poi ho visto le due partite con il Foggia. Due gare equilibrate al termine delle quali ha prevalso la squadra che ha sbagliato di meno. C’è stato qualche episodio discutibile, soprattutto il 2-1 tolto a Ogunseje all’andata. Non c’era fallo su Celjak, a meno di un contatto minimo che non sarebbe mai stato fischiato in serie A. Detto questo, però, e nel complesso, quando una squadra in due partite fa cinque gol all’altra cosa le vuoi rinfacciare? È stato più bravo e più attento il Lecco, tutto qui.

Come finirà la vicenda iscrizione?

Se questo fosse un Paese nel quale il merito e la giustizia fossero amministrate in modo totalmente indipendente, non ci sarebbe nessun problema per il Lecco. Ma siccome ci sono interessi di altro tipo e persino interessi politici nel calcio italiano, stiamo a vedere ora cosa combineranno. La mia speranza è che, una volta tanto, il merito abbia la prevalenza sulle amicizie e sulle connivenze politiche.

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