«Il campionato è lungo e i conti si fanno sempre alla fine». Il post partita di Vicenza per mister Gennaro Volpe è un mix di orgoglio e rimpianto, di soddisfazione per la partita dignitosa disputata ma anche di rammarico per le occasioni sprecate e quelle concesse. Insomma, che non fosse facile andare al Menti a fare punti, era chiaro. Però il Lecco è apparso se non lo stesso visto contro l’Alcione, sicuramente una squadra diversa da quella rinunciataria di Salò. «Penso che abbiamo fatto un ottimo primo tempo – spiega Volpe - dimostrando di essere squadra, dimostrando di avere personalità su un campo difficile, contro una squadra fortissima perché il Vicenza è una squadra fortissima negli undici e nei ricambi. Chiaramente ci è mancato un po’ di coraggio, un po’ di personalità e un po’ di convinzione nel fare male, perché siamo arrivati bene più volte negli ultimi 25 metri ma non abbiamo mai avuto la freddezza e il coraggio di fare male. In questo sicuramente bisogna migliorare».
Nel secondo tempo, come purtroppo spesso accade, c’è stato il “solito” calo e dunque è arrivata la sconfitta seppur episodica e casuale per come si è sviluppata: «Siamo calati e abbiamo subito la pressione del Vicenza. Chiaramente poi l’episodio del gol ha spostato l’equilibrio della partita. Peccato perché venire a Vicenza e riuscire a riuscire a dare continuità sarebbe stato importante. Però questo non cambia niente. Sappiamo che il nostro percorso deve essere, in questo momento, a medio-lungo termine e la strada l’abbiamo segnata e penso che sia anche quella giusta». Ma di sicuro l’esordio di Volpe in panchina non è stato shock.
Nel senso che quello che aveva chiesto alla vigilia (orgoglio, combattività, atteggiamento), è arrivato, da parte dei blucelesti: «Sono fiero ed orgoglioso di quello che mi stanno dando i ragazzi. Io sono qui da pochi giorni e ho fatto cinque allenamenti, ma abbiamo già fatto due partite. Chiaramente per poter incidere c’è bisogno di tempo, perché non ho la bacchetta magica. Però sotto il punto di vista dell’atteggiamento, del fatto di voler dare tutto e di rappresentare al meglio questa società e questi nostri tifosi, che ringrazio perché erano tantissimi, non posso dire nulla. Per questo aver ricevuto gli applausi a fine partita dei ragazzi della Curva sta a indicare che qualcosa abbiamo trasmesso. E questo per noi deve essere un punto di partenza».
Il tecnico puteolano si guarda alle spalle. »Naturalmente le aspettative a inizio campionato erano alte, ma il percorso in non è stato soddisfacente, altrimenti non avrebbero cambiato mister. Però sono convinto che si possa crescere: il campionato è lungo e i conti si fanno sempre alla fine». Fisicamente era la seconda partita di fila e dopo un grande primo tempo il secondo è stato deficitario, soprattutto fisicamente: «In una settimana non si cambia il mondo - precisa il tecnico bluceleste -, però purtroppo i dati sono abbastanza oggettivi e in questo momento la squadra nella al sessantesimo cala vistosamente e su quello bisogna lavorarci. Solo attraverso il lavoro si può migliorare sia dal punto di vista tecnico tattico sia dal punto di vista fisico. Le partite non durano 50-60 minuti ma 95 e noi in quello dobbiamo assolutamente crescere ad aggiungere minutaggio per arrivare ad avere una condizione che ci porti a essere un po’ più forti nei finali di gara».
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