Lecco, parla l’ex Sannino: «Vecchia guardia o giovani? Giochi chi merita»

Passata la tempesta, manca solo la quiete. Il post partita di Lecco-Caldiero ha riportato un po’ di serenità dopo la “bomba” Aliberti. Anche se lo stesso vicepresidente Francesco Aliberti a Unica TV ha corretto il tiro: “Non intendevamo attaccare nessuno in particolare, tantomeno Ionita e Lepore che sono tra i migliori, ma neanche i vecchi”. Resta però un dubbio: il Lecco, al di là di questo momento storico dove gli infortunati condizionano pesante ogni scelta (anzi non ne lasciano proprio), la squadra può essere competitiva anche con tutti questi anziani? L’esperienza, alla fine, pagherà? L’abbiamo chiesto a un vecchio nocchiero del calcio, mai domo, sempre sulla breccia come l’ex allenatore della promozione in C1 Beppe Sannino. Lui, che vede il calcio per quello che è, un gioco serio, complesso, ma anche infinitamente semplice, non ne fa tante: “Il Lecco, lo premetto, non lo conosco. Conosco qualche giocatore e qualcuno, come Lepore, l’ho pure allenato, ma non so le dinamiche, non so cosa stia succedendo, per cui il mio discorso è de generalibus. E in generale dico che a una certa età si deve smettere, se non si rende. Però sarebbe sbagliato guardare soltanto all’età e non al giocatore: se l’anziano è forte, si “fa il mazzo”, corre, ha voglia, lo si schiera titolare… I procuratori? Ancora ne parliamo? Ognuno fa gli affari suoi, naturalmente… Come i direttori sportivi, d’altronde. Ecco perché non si deve badare al contorno ma solo alla sostanza”.

Insomma, Giuseppe Sannino, che come mister Volpe è partenopeo, invita a badare alla sostanza: “Devi essere onesto, nella vita. Devi dire le cose come stanno. Ognuno può vederla come vuole, ma poi conta solo il campo. Un allenatore non deve mai prostrarsi con i vecchi e bastonare i giovani. Ma no. Bisogna sempre guardare a chi gioca, a chi corre. E se uno ha paura che gli anziani rompano le scatole deve cambiare mestiere e basta. Però non fatemi passare come il vecchio solone o come chi pensa di avere la verità in tasca. Non è questo: dico semplicemente che a volte il calcio è molto più semplice di come lo si pensi. Gioca chi merita. Punto”.

A proposito di Lepore: “È stato un mio giocatore a Varese in C, l’anno della promozione in B. Si allenava sempre, era sempre metodico. È stato sempre sulla breccia. Se sul campo dà, è giusto che giochi, come gli altri. Non deve però giocare solo per la sua esperienza. Ma sono convinto che lui dia sempre tanto, tutto quello che ha”. Anche altri giocatori sono conosciuti da Sannino: “Battistini a me piace, Celjak, Ionita... Io penso che il Lecco, visto da fuori e da me che, ripeto non lo conosco, pare una squadra costruita sull’esperienza. Per cui devi aspettarti che ti dia qualcosa in questo senso. Ma bisogna starci dentro per capire le dinamiche. L’unico consiglio personale che posso dare a società e giocatori, ma anche per loro stessi, per il loro bene, è di dirsi sempre le cose come stanno. La formazione non è fatta dalle date di nascita, ma dalla voglia che hai di stare in campo. Ma poi ci siete voi giornalisti che complicate le questioni, che andate a scavare. Ecco, a voi dico: lasciateli in pace, liberi di scegliere come fare per giocare meglio”. Tradotto: lo spogliatoio faccia il suo corso. Amen.

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