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Martedì 25 Luglio 2023
La Figc con il Lecco: al Tar da alleati
La Federazione al fianco dei blucelesti contro il Collegio di Garanzia. Anche Lega di Serie B si costituirà nel procedimento previsto il 2 agosto
La Figc contro tutti. E, per la prima volta nella storia sportiva, contro lo stesso Collegio di Garanzia, ovvero il massimo grado della giustizia sportiva italiana, contro il quale, il 2 agosto al Tar, la Figc sarà schierata insieme al Lecco per sanare una stortura evidente a tutti tranne che, appunto, ai giudici dell’Alta Corte.
Non è un qualcosa di banale o di scontato. E la Lega di serie B si costituirà nel procedimento, sempre a favore del Lecco.
Per ora, no alla riammissione
Intanto, però, il Perugia si è già costituito anch’egli, proprio ieri, per ribadire il suo buon diritto a disputare la serie B con un “controricorso incidentale”, così detto in termini tecnici del diritto amministrativo. Però i piani sono due: uno formale, e su quello il Lecco rischia anche con l’appoggio di Lega e Figc. E uno sostanziale nel quale il Lecco, per Figc e Lega, andrebbe riammesso in serie B.
Però non c’è stata una presa di posizione conseguente a tutte le parole positive espresse nei confronti del Lecco prima e dopo il Consiglio federale di ieri. Ovvero nessuno ha parlato di riammissione in B in sovrannumero del Lecco, unica vera notizia che i tifosi si attendevano dalla seduta della Figc. Anzi: il presidente federale Gabriele Gravina ha dichiarato: «Slittamento del campionato di Serie B? Non possiamo darlo per certo. Per certo posso dirvi che non cambieranno i format, entro il 29 agosto conosceremo l’esito definitivo dei ricorsi. C’è la possibilità che, dopo la decisione del Tar, di chiedere l’anticipazione del Consiglio di Stato considerati i motivi d’urgenza. Non parlerei di slittamento al momento. I campionati, comunque, possono partire con le fantomatiche X e Y».
E la stessa cosa ha ribadito il presidente della Lega di B Mauro Balata, sempre al termine del consiglio federale: «Siamo graniticamente schierati sul nostro format. Le conseguenze sarebbero devastanti, non stiamo parlando di un campionato qualunque. Abbiamo anche delle obbligazioni di natura contrattuale importante, non possiamo permetterci di subire pregiudizi da questa situazione».
Insomma, la Figc, un po’ capra e un po’ cavoli, ben comprendendo come le pressioni sulla stessanon vengano solo da Lecco, ma anche da Brescia, Perugia, Ferrara, Benevento… Un po’ come già la Figc ha fatto allorquando non ha proposto una dilazione dei termini eccezionale per il noto spostamento delle date dei playoff.
E il fatto che il Lecco, da ieri, non abbia più altra speranza che il Tar del 2 agosto è, in sé, una brutta notizia. Intendiamoci: il presidente federale potrebbe procedere di sua sponte a una riammissione in extremis del club bluceleste in caso di rigetto del ricorso anche dopo il Consiglio di Stato del 29 agosto. Ma difficilmente lo farà perché si esporrebbe a tutte le conseguenze del caso: dopo il pronunciamento del Collegio di Garanzia e, eventualmente (non sia mai…), del Tar e del Consiglio di Stato, non sarebbero molti gli spazi di manovra, seppur i poteri di Gravina, come il Collegio di Garanzia ha così ben spiegato al punto 9 delle motivazioni della sua sentenza, siano “ampiamente discrezionali”.
Però, al di fuori del tifo, sarebbe davvero una speranza molto “ambiziosa” sperare in un provvedimento riammissivo in caso di sconfitta al tribunale amministrativo del Lazio e poi al Consiglio di Stato.
Partita apertissima
Quel che è certo è soltanto che la giustizia amministrativa potrà accogliere o respingere il ricorso del Lecco. Ma non potrà mai dire «fate la serie B a 21 o 22 squadre». Questa ipotesi si porrebbe solamente se venisse, invece, accolto il ricorso del Lecco contro la decisione del Collegio di Garanzia ma, in qualche modo, fosse riconosciuto anche il diritto del Perugia a disputare la B nel suo “controricorso incidentale”. Ipotesi difficile ma giuridicamente non impossibile. Certo, se il Perugia soccombesse al Tar del Lazio, allora sarebbero i biancorossi a “scatenare l’inferno”, ovvero a ricorrere al Consiglio di Stato. Insomma, la partita è ancora apertissima.
Purtroppo, di sostanziali buone notizie, al di là delle note, e piacevoli, prese di posizione dei vertici del calcio, non ce ne sono state.
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