«Il Tar ci darà ragione. Voglio godermi un anno di serie B»

Il patron del Lecco, Paolo Di Nunno evoca un futuro “socio americano” ma garantisce il proprio impegno in cadetteria. «Lo stadio? Per il 18 agosto sarà tutto in regola»

All’indomani del deposito delle motivazioni del Collegio di Garanzia, va in onda il Di Nunno Show direttamente dalle sale del Grand Hotel Billia di Saint Vincent. Insieme al vulcanico patron del calcio Lecco, anche mister Luciano Foschi e il sindaco Mauro Gattinoni.

Dal fantomatico “socio americano”, al grido “andremo in serie B”, Paolo Di Nunno, come sempre, non si è fatto mancare nulla dimostrando che la Figc, i tribunali e tutto il resto possono forse piegarlo, ma lui non si spezzerà mai. Ma andiamo con ordine.

Di Nunno ha cominciato il suo lungo monologo, benaugurante per le sorti blucelesti, con grande ottimismo: «Io penso che il 2 agosto il Tar ci possa dare ragione perché non c’è altro da dire. Il Perugia sta dicendo solo bugie. Io ho finito di giocare alle 24 del 18 (giugno, ndr) e ho avuto il controllo dei signori della Commissione Infrastrutture Figc, presente il sindaco, il giorno 20. E al 20 abbiamo consegnato tutto. Il 23? Sono stati consegnati solamente i documenti ultimi. Il 21 a Questura e Prefettura. Per ordine pubblico la Prefettura può prendere sei mesi per valutare le questioni legate ai tifosi, per cui non è possibile richiederlo prima… Andiamo dunque a fare questo scontro convintissimi, con i nostri legali, che ci sia stato qualche errore in questa causa, del Collegio di Garanzia. Non aggiungo altro per non essere denunciato».

«Stateci vicino»

Quindi il patron di Canosa di Puglia, che tanto sta facendo arrabbiare i suoi conterranei foggiani, aggiunge: «Chiediamo a tutti quanti gli sportivi d’Italia che ci amano e che vedo ci vogliono bene, di starci vicino. Lecco è sulla bocca di tutta l’Italia sportiva. Crediamo che una cosa vinta sul campo non si possa togliere solo perché il Perugia deve vendere la squadra in serie B. Non esiste. Loro hanno i soldi. Fanno moda, vestiti. Io non ho più una lira, per cui sarebbe meglio vendessi io… Ma io, invece, sto cercando un socio e penso di averlo trovato, non lecchese, ma americano perché i lecchesi i soldi…(sottinteso: «Se li tengono», Ndr)».

Poi, come purtroppo spesso accade, Di Nunno si lascia andare un po’ troppo: «Solo ora sto capendo che genere di pagliacci ci sono in giro e non ci fosse Di Nunno, a Lecco sareste in Terza Categoria. Detto questo, il nome del socio americano non ve lo dico e non lo so perché io prima devo avere in mano la carta della serie B. E poi tratto. Prima no. Anche perché un anno, il primo in serie B, voglio farlo con i miei figli. Poi si vedrà. Anche perché Foschi, con il c... che ha, mi porterà in serie A».

E i lavori allo stadio? Di Nunno ha parole ci conforto anche su questo tema: «Le luci le stanno mettendo. Le basi in cemento dei tornelli sono stati gettati. Per il 18 agosto dovrebbe essere tutto pronto. Ma se il Consiglio di Stato è il 29 agosto io penso proprio che non giocheremo neanche una partita fuori casa».

E la Coppa Italia? «Non dipende da noi – risponde Luciano Foschi – dovranno decidere il da farsi».

Il direttore sportivo

Arriverà un direttore sportivo? «No, perché ho due figli e otto nipoti - riprende il patron - E sono conosciuti da tutti oramai. Sanno le squadre di A e B che la famiglia Di Nunno è seria. Poi ci scappano i giovani che ci prestano e che fanno bene. Ma vanno altrove e scompaiono. La pressione, l’affetto, la cura che diamo noi ai giovani non c’è dappertutto. Sono piccole cose che valgono nel gioco. E poi il mister ha creato una famiglia unita. Se è unita, una famiglia vince. Altrimenti non vince mai».

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