Il Lepore pensiero: «Prima la salvezza»

Il nuovo acquisto pugliese parla già da leader: «Tacchinardi mi ha voluto qui, sa di poter contare su di me».

Trentasette anni e non sentirli. Franco Lepore, neo difensore bluceleste, terzino di spinta sulla destra, li ha appena compiuti eppure, parlandoci, non viene proprio da pensare a un giocatore “anziano”. Tutt’altro. A non conoscere la sua data di nascita, si penserebbe di dialogare con un giovanotto.

Le parole

I suoi discorsi sono quelli di un ragazzo che scalpita per iniziare. «Mi sento giovane – chiarisce subito il giocatore pugliese - Lecco per me è un punto di partenza. È una società importante che ho sempre stimato per la sua storia. Ho giocato a Varese e Monza, e so i legami tra le tifoserie. È un passaggio importante per me, in una piazza importante. Sono felicissimo. E a 37 anni non voglio smettere. Anzi. Vorrei rimanerci più a lungo possibile, qui. Iniziare un ciclo».

E magari fare da leader nello spogliatoio. Senza più Ivan Merli Sala e Marzorati, il Lecco ha bisogno anche di questo: «Il mister mi ha preso anche per questo – spiega Lepore -. L’anno scorso ero stato con lui alla Pergolettese e quindi mi conosce bene. Sa che può contare su di me».

Anche perché i giovani della brigata bluceleste sembrano ancora acerbi. Il direttore generale del Lecco Angelo Maiolo parla di giovani promettenti. Ma quelli pronti per il campionato si contano sulle dita di una mano.

Il Lepore pensiero è un mix tra le due posizioni: «L’impressione è che tutti i nostri under siano ottimi ragazzi. Umili. Vogliono lavorare tanto. E sono dei buoni giocatori. Alcuni dovranno fare, però, in fretta il passo dalla Primavera alla Prima Squadra. Poi non ci sarà più tempo. Devono darsi una mossa e fare il passaggio decisivo. Ma io sono fiducioso perché allenandosi con noi capiscono, e alcuni hanno già capito, che è diversa la serie C dal giocare con la Primavera».

Gli obiettivi

E dunque da questo e altri particolari dipenderà l’andamento del Lecco nel prossimo torneo. Che il giocatore originario di Lecce vede così: «Dobbiamo essere ambiziosi. Perché serve esserlo. Ma dobbiamo anche saper fare un passo alla volta. Prima la salvezza e poi raggiungere altri obiettivi. E fare lo stesso posizionamento della scorsa stagione, se non migliorarlo. Ma, prima, dobbiamo essere umili e puntare al primo obiettivo: salvarci».

Intanto l’approccio con la nuova realtà è stato buono: «Sia con la squadra che con la società mi sto trovando bene. Sono molto professionale: curo tutto, dall’alimentazione agli allenamenti. Mi allenavo da solo con un mio preparatore per farmi trovare pronto, prima di arrivare a Lecco. Sono nativo di Lecce ma vivo tra Brescia e Bergamo, a Palazzolo, visto che mia moglie è di qui. Ho sempre girato, tra Lecce e Monza ma sono a Palazzolo da dieci anni. Per cui Lecco è una piazza che posso definire ampiamente conosciuta».

L’allenatore

Un buon approccio, dunque. E il mister? «Ha le idee chiare su come affrontare allenamento e gare – spiega il laterale difensivo bluceleste -. Spirito di sacrificio, aiutarsi a livello di squadra, essere compatti, aggressivi e verticalizzare per andare a fare gol».

Sempre se ci sarà il terminale giusto per farlo: «Io mi godo chi c’è – ammette il terzino destro -. Arrivasse un altro attaccante che possa dare un supporto aereo, a livello fisico, farebbe un gran comodo. Ma chi c’è per me va benissimo lo stesso».

Anche perché sarebbe un peccato non sfruttare i cross che Lepore mette in area da destra: «Ci fosse chi li raccoglie, finirei nel tabellino degli assist-men. Con me anche Giudici e Zambataro. Ma qualche gol l’ho fatto anche io, per cui se servirà mi metterò a disposizione. Spero di ripetermi. Ma non come punta centrale naturalmente».

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