Foschi cerca la formula giusta: «Nessuna paura, daremo tutto»

Il mister ha anticipato la conferenza in vista della finale d’andata a Foggia. «All’ultimo deciderò la migliore soluzione tattica e vediamo chi recupera»

Oramai il Lecco va da solo. Senza più porsi limiti. È in finale e non ha più obiettivi, ma solo sogni concreti da realizzare. Non ha un’altra frontiera, un altro confine da superare.

Ci saranno dieci-ventimila foggiani al Zaccheria? Bene. C’erano 15mila cesenati al Manuzzi. «Trovo sia bello giocare davanti a tanta gente – taglia corto mister Luciano Foschi - . Sarà bello anche a Foggia. Ci sarà una tifoseria attaccata alla propria squadra, alla propria storia. Grande rispetto per tutto questo. Poi in campo ci saranno però undici giocatori che cercheranno di superarsi. Sappiamo l’importanza, sappiamo tutto quello che ci potrà dare fastidio. Sappiamo che l’ambiente potrà essere ostile, ma rimane una partita di calcio dove i tifosi faranno il tifo per la loro squadra. Noi ci faremo forza insieme ai nostri tifosi. Sicuramente meno degli altri. Anche se saranno pochi, però, ci daranno la forza».

Paradiso

La classe operaia va in paradiso, recitava il titolo di un vecchio film con Giannini e la Melato. In finale ci sono le due squadre più sottovalutate dai “soloni” del calcio e delle sedici arrivate ai quarti di finale. Due squadre che non muoiono mai. Il Foggia, più del Lecco, segna sempre nei minuti finali: «I playoff non hanno classifica – spiega il tecnico laziale - non si possono paragonare a niente. Ci sono squadre che crescono in maniera esponenziale proprio in questo periodo. Sento tanti ragionamenti… “Ah, nel vostro girone avrebbe vinto facile questa squadra… Sembra sempre che il girone A sia più facile del girone B e più ancora del girone C. Ma è semplice andare a vincere a Salò, a Padova, a Vicenza? I paragoni sono fuori luogo. Una squadra nel girone B o C sembra aver fatto tantissimi punti poi la metti nel girone A e magari ne avrebbe fatti molti meno. Ci sono le squadre più forti e poi ci sono le squadre più brave. Parlo del Foggia: il Foggia è arrivato in finale perché è stata la squadra più brava. Ha avuto fortuna? Ci vuole un pizzico di fortuna. Chi arriva in finale oltre alla capacità ha avuto anche un pizzico di buona sorte».

Naturalmente parla anche del Lecco. E Foschi spiega: «Ci vuole grande rispetto perché per andare in finale ci vogliono molta forza psicologica, fisica, spirito di gruppo, capacità di coesione. Tante piccole cose che messe insieme non sono facili da trovare. Alla fine in campo ci sono dei giovani che non vengono considerati e non si spaventano di tirare un rigore davanti a 15mila spettatori».

Avvicinamento

Che tipo di approccio sarà quello di Foggia per il Lecco? «La squadra al di là della stanchezza che è normale, ce la metterà tutta. Abbiamo fatto di tutto per recuperare le forse fisiche e mentali per giocarci la finale. È una cosa bellissima la finale. Tutti vorrebbero giocarla. Adesso ci siamo noi e ora vogliamo buttare fino all’ultima goccia di sudore per un obiettivo che per noi sarebbe stratosferico. C’è tanto entusiasmo e stiamo cercando di recuperare un po’ gli infortunati che non avevamo prima. Faremo i test lunedì (oggi per chi legge, n.d.r.) e poi vedremo chi potrà giocare. Siamo però fiduciosi. Nella partitina del pre-partita deciderò tatticamente e non solo su chi potrò contare tra i vari Lakti, Galli, Girelli, Ilari, Enrici. Di sicuro recupereremo Ardizzone dalla squalifica, almeno quello è certo».

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