De Paola: «Il Lecco può andare lontano»

L’ex mister bluceleste ora allena il Varese in Serie D: «Con certi giocatori tutto è possibile». L’elogio di Andrea Malgrati: «Bravo? No, bravissimo. Un grande professionista, adatto anche alla B e alla A».

«Il Lecco nei primi posti? Con certi giocatori tutto è possibile». Parola di Luciano De Paola, neo allenatore, da ottobre, del Varese in serie D. Ha raccolto una nuova sfida, importante, in una città la cui tifoseria è storicamente amica di quella bluceleste. Ha recentemente vinto una partita importante contro la Folgore Caratese dell’altro ex bluceleste Giuliano Melosi. Chiamato a dare un giudizio sul campionato del Lecco non si tira indietro.

Grazie a loro

«Il Lecco ha giocatori veri. Celjak, Battistini, Giudici, e gli altri che erano con me sono tutti giocatori veri. Vaccinati. Ho sentito anche Pissardo che era con Masini a Novara e mi ha detto che gli ho dato una mentalità da cattivi che gli è servita molto anche per la loro nuova avventura. Prima che arrivassi io erano un po’ in difficoltà poi hanno preso il trend giusto, la personalità giusta. E ora continuano ad averla. Oltre a loro anche Zambataro, Buso ed Enrici, sono tutti diventati giocatori importanti. A chi devono dire grazie? A loro stessi. Abbiamo lavorato molto a livello caratteriale ed è normale che oggi raccolgano il frutto del loro lavoro. Ma hanno beneficiato, oltre al mio, anche del lavoro di mister Zironelli e, naturalmente, di Foschi».

E Tacchinardi? Con gli stessi giocatori non è andato lontano. Ma De Paola spiega: «È normale che se dovessi fare il paragone tra Tacchinardi e Foschi, viene da pensare… Tacchinardi è un personaggio particolare e anche se non so davvero cosa sia capitato, penso che Foschi sia riuscito a gestire meglio i giocatori, parlo mentalmente. A volte è tutto lì: saper fare scattare la molla giusta nella testa dei giocatori. A noi allenatori a volte può bastare questo».

E di Andrea Malgrati non ne vogliamo parlare? Con De Paola prima, poi con Tacchinardi, e oggi con Foschi, è l’allenatore ombra, quello sul quale tutti contano. «Bravo? Bravissimo. Andrea Malgrati è un grandissimo. Mi sono trovato da dio con lui. C’entra molto con il calcio di serie C, lavora bene, fa i video, gestisce bene la fase difensiva. È un professionista di grande livello. Potrebbe fare anche il primo allenatore, ma forse lui sta meglio a fare il secondo perché poi fare il primo non è solo lavorare sul campo. È anche e soprattutto prendersi responsabilità fuori dal campo. Però lui anche da giocatore è stato un grande leader, per cui potrà fare anche il primo, se lo vorrà. Potrebbe fare il secondo importante di un allenatore anche a livello alto, parlo di serie B e serie A. È molto preparato e sa fare tutto. E quando si sa fare tutto, si può fare tutto…».

Intanto De Paola ha raccolto un’altra provocazione calcistica: «Ma io mi diverto. È normale che dopo il campionato fatto l’anno scorso pensavo a qualcosa di diverso. Avessi aspettato avrei trovato sicuramente una serie C. Ma ora sto facendo fatica, sto cercando di mettere a posto una situazione difficile. Ma tra società e mercato posso fare bene. E a me le sfide piacciono sempre lo sapete. Non vivo senza sfide».

Libero

Forse anche perché De Paola non è “servo” di nessuno: «Sono un uomo libero. Mi chiamano solo quando sono in difficoltà. Perché non sono legato a nessuno. E in questo mondo è difficile. Conta di più far parte di una scuderia, alla luce od occulta. E quando cadono le castagne, poi, in autunno, io torno sempre utile».

Ora c’è il mercato. Chi deve comprare il Lecco? L’allenatore calabrese ha le idee chiare: «Il Lecco sta lavorando su un assetto di squadra già definito. Pinzauti e Ilari, che io non avevo, sono buoni. Come pure Melgrati. Nesta? È stato un errore mandarlo via. Ma la base su cui costruire c’è già. È più importante non sbagliare che azzeccare il grande acquisto, in questo momento».

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