Dal Bentegodi al Curcio: ecco i possibili stadi dei playoff blucelesti

Il Lecco potrebbe ritrovarsi a giocare in autentici pezzi di storia così come in campi minuscoli. La “casa” del Picerno ha una capienza di 1.500 posti

Se qualche tifoso del Lecco - non necessariamente “over anta” - avesse voglia di farsi venire i luccioni, allora dovrebbe farsi una navigata su youtube all’indirizzo: www.youtube.com/watch?v=FwbFg0i29VA. Nelle sgranate immagini (già a colori) di quel video, il sunto dell’ultima gara bluceleste in serie B (stagione ’72-’73): quel 17 giugno, per la 38a (e ultima) giornata, i blucelesti già ampiamente retrocessi in C, fecero da sparring partner del Genoa che festeggiava la promozione in A. Nel suo stadio, davanti a un pubblico “ufficiale” di 57mila spettatori. Ma c’è chi dice fino a 70mila.

Giro d’Italia

Resta quel “mitico” Luigi Ferraris di Marassi (capienza, prima della ristrutturazione per Italia ’90, appunto 57mila spettatori) lo stadio più grande nel quale il Lecco abbia giocato nell’ultimo mezzo secolo. Non solo: è certamente quella la gara con più spettatori nell’intera storia della società di via don Pozzi, dal momento che sia i vari Olimpico di Roma, Meazza di Milano, San Paolo di Napoli in serie A non facevano certo registrare il tutto esaurito per l’arrivo del Lecco.

Una circostanza in qualche modo evocativa degli - speriamo tanti - impegni dei blucelesti da qui alla fine della stagione che potrebbero portare il Lecco a giocare in tanti stadi gloriosi (e affollati). Intanto, un dato: da quella data lo stadio più importante e capiente in cui hanno giocato gli aquilotti (nel 2008 e 2009) è il “Bentegodi” di Verona con una capienza di 39.012 spettatori. E lì, regolamento alla mano, il Lecco potrebbe tornare in caso incrociasse sulla propria strada la Virtus Verona, destinata a giocare al Bentegodi gli spareggi interni, in luogo dell’angusto e piccolo “Nocini”.

Ma, al netto di quello - e dei recentemente visitati “Euganeo” di Padova (18.236 omologati), “Piola” di Novara (17.875) e “Menti” di Vicenza (17.163) - ecco che le trasferte si potrebbero allungare fino al “Manuzzi” di Cesena (solo a partire da ipotetici quarti di finale) con 21.198 posti, al “Del Conero” di Ancona (23.967, omologati 14.295) e all’Adriatico-Cornacchia di Pescara (20.515). E più a sud: fino a Foggia (lo “Zaccheria” conta 25.085 posti, di cui omologati 14.530) o a Crotone con il suo “Scida” (16.640). Tutti stadi che, in caso di gare (almeno) per semifinali o finali andrebbero facilmente esauriti. E che offrono tribune per tifosi ospiti ben superiori ai mille posti a sedere.

Piccolo è bello

Il contraltare? Sempre secondo regolamento, nel percorso-playoff, ai blucelesti potrebbe capitare di giocarsi, sin dagli ottavi, un passaggio del turno (anche) al “Dal Molin” di Arzignano (2mila) o addirittura al minuscolo “Curcio” di Picerno - espressione di paese collinare alle porte di Potenza che conta poco più di 5.500 abitanti - stadiolo da 1.500 posti.

Impianti auspicabili per facilitarsi un passaggio del turno? Non è affatto detto che “piccolo sia facile”. Provare a giocare nel - non enorme - “Monterisi” di Cerignola (7.463 posti), per credere...

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