Capolista, ma lo stadio non si riempie

Al Rigamonti-Ceppi, in cinque partite casalinghe, la media degli spettatori è stata inferiore a mille . Continua a pesare un legame mai consolidato tra la proprietà e la tifoseria: ora ci si aspetta un’inversione del trend

Solo un migliaio di tifosi di media a Lecco. Anzi, meno. Esattamente 4.852 in cinque partite pari a 970 di media a ogni gara casalinga. Questo nonostante il primato in classifica.

Divano

C’è curiosità per Lecco-Trento perché il primato potrebbe smuovere qualche tifoso dal divano. Non i soliti noti: i 970 finora presenti, probabilmente, si conoscono tutti tra di loro. Vengono da anni. Qualcuno da mezzo secolo. C’è chi ha anche visto la serie A. Poi ci sono gli Ultras che ci sono sempre, in Curva Nord, almeno in duecento ogni gara. Latitano gli spettatori dei Distinti e quelli (paganti) in Tribuna centrale e Laterale. Ampi spazi vuoti un po’ dappertutto per una società che compie quest’anno 110 anni e il cui stadio ha appena festeggiato il secolo di vita. Disaffezione? No, diffidenza. Perché fino a quando la società non parlerà chiaro, fino a quando (e per dieci gare non è ancora capitato, se non dopo la vittoria contro la Pergolettese, prodromica alla cacciata di Tacchinardi), non si tornerà a pensare che questa proprietà oltre che fare bene in campo, possa costruire un futuro roseo per la Calcio Lecco, allora qualcuno rimarrà ancora lontano.

Trazione

All’inizio molti tifosi hanno dichiarato di non essere più venuti per non “mischiarsi” con la società a trazione Bizzozero. Lo striscione contro l’ex presidente che fu tra le cause del fallimento bluceleste, è ancora lì fuori dalla sede. Ma ora c’è da svoltare. Perché se i dubbi sulla conduzione societaria possono restare anche con il primo posto in classifica, è certo che i ragazzi meritano tutta la stima e il sostegno possibili.

E anche la mossa del patron Paolo Di Nunno di continuare a pagare il bomber Umberto Eusepi, merita rispetto. E supporto. Insomma, ci si aspetta un Rigamonti-Ceppi senz’altro più pieno. Sono 400 gli abbonati, ma il dato ufficiale finale non è stato dato. E gli altri? Arriveranno? Di sicuro l’entusiasmo delle prime giornate della stagione del ritorno in serie C, 2019/2020, non c’è ancora. Eppure la squadra va. Manca il derby a rilanciare tutto il movimento bluceleste, ma qualcosa si muove. Non è ancora corsa al biglietto, intendiamoci. Non ci sono le file in prevendita, ma mai come ora ci vorrebbe un’iniezione di fiducia nei giocatori e nella società.

Blasone

E momenti come questi sono da sfruttare, primo perché non si sa quanto dureranno e poi perché c’è un blasone da mantenere. Sono stati 1.031 gli spettatori per il 3 a 0 di Lecco-Mantova. Ma non è certo un grande record. Poche volte a Lecco si è rimasti ottavi in classifica per numero di spettatori. Si è sempre stati sopra. Anche in momenti più bui di questo, che francamente è uno dei migliori. Certo, non potremo mai avvicinarci ai 7mila (7.044) di media del Vicenza, o ai 5.288 della Triestina. E neanche ai 4.231 del Padova. Ma già insidiare il quarto posto del Novara con 2.723 spettatori di media è un sogno realizzabile se il campionato andrà ancora a lungo avanti come sta andando. Di sicuro ci si può avvicinare ai 1.772 del Piacenza e altrettanto con certezza si può insidiare la sesta piazza del Mantova (1.316). I 983 della Pro Vercelli, settima in classifica, possiamo considerarla già superata dalla media che uscirà dopo Lecco-Trento? Si spera di sì.

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