Capitan Giaretta dice la sua: «Niente iscrizione? Ma no, sta bluffando»

Niente incontro, pare, tra l’imprenditore napoletano e Di Nunno. Almeno così pare. Molto infastidito dal fatto che il sindaco avesse rivelato la sua visita, di sicuro non si è recato dal primo cittadino. «Rinviato a data da destinarsi», ci ha fatto sapere il primo cittadino. Ma non cancellato.

E la nuova pista rimane aperta, anche se non si capisce come mai tanta riservatezza. Tra chi si è dichiarato subito “innamorato” del Lecco come Aniello Aliberti o Alex Lin e chi, invece, è sempre stato nell’ombra, come Jamie Welch e il suo collaboratore Marco Belletti o il duo napoletano Arturo Di Napoli e Luigi Conte, il risultato pare lo stesso: tutti insieme appassionatamente nel “mollare” Di Nunno. A meno che, ed è l’ipotesi che prende sempre più corpo, è che il patron, in realtà non voglia mollare.

La data del versamento della fidejussione che Di Nunno ha dichiarato di non voler versare, è vicina. Ma è una “minaccia” realistica? Chi paga tutti gli stipendi e fa le carte, per poi fermarsi sul più bello e perdere tutto? Una sofisticata forma di vendetta verso Lecco che l’ha rigettato? Tutto e il contrario di tutto. Ma Cristiano Giaretta, ex capitano del Lecco e direttore del Paphos a Cipro, per la prima volta nella sua storia vincitore di una coppa nazionale e qualificato in Europa League, non ha dubbi. È un bluff. «L’ha sempre detto, anche gli altri anni, che non si sarebbe iscritto. Penso, e mi auguro, che siano sparate, anche se a furia di gridare “al lupo, al lupo”, una di queste volte farà davvero quello che minaccia. Ma questa volta non credo, razionalmente, che faccia questo scherzo al Lecco. Penso abbia a cuore la sua reputazione e pensi alla sua coscienza sportiva. Lo scenario per il futuro potrebbe essere più roseo di quanto non sia mai stato, quindi perché ostacolare la passione di migliaia di persone? Perché?».

Giaretta parla di mancanza di riconoscenza. Ma non dei tifosi. L’esatto contrario: «Di Nunno non lo conosceva nessuno e se lo conoscono ora, è per il Lecco. È stato un mutuo scambio: lui ha dato tanto al Lecco e il Lecco ha dato tantissimo a lui. Mi aspetto che consegni il club a gruppi seri. Lo stadio è molto bello, un gioiellino, la società potrebbe rinascere. Parte della squadra c’è…insomma ci sono le condizioni».

Ma sembrano mancare i veri interessati. «Non è vero – replica Giaretta - So che c’è qualche investitore, anche straniero, che guarda bene a società come il Lecco, o forse al Lecco stesso. Non posso fare nomi, ma so che ci sono davvero queste cordate, che non sono le solite invenzioni. Se Di Nunno vuole, trova sicuramente dei gruppi seri ai quali cedere la società. È solo volere. Se non l’ha fatto fino adesso è perché non ha mai voluto cederlo. Il giocattolo calcio piace. Ma devi prenderti anche le tue responsabilità quando le cose vanno male. Il calcio regala tanto, ma sa essere anche crudele. E devi saper lavorare in entrambe le direzione. Ora Di Nunno deve uscire nel migliore dei modi. Vuole essere ricordato come quello che l’ha fatto sparire? Vediamo per cosa vuole essere ricordato: per la serie B o perché l’anno dopo l’ha fatto scomparire? Ha un’altra chance, dopo la retrocessione, per mettere a posto le cose».

© RIPRODUZIONE RISERVATA