Calcio Lecco, un’arma in più per mister Valente: il 3-5-2 ha funzionato

Lecco

Sì, è vero: “Bisogna sempre cambiare, per rimanere gli stessi”. Così anche questo Lecco che - dopo due-terzi di annata pessima sta ora muovendo verso bel gioco, grinta e reattività (a tutti i livelli) – potrebbe “cambiare”. Tatticamente. Lo stanno spingendo da settimane gli addetti ai lavori (i giornalisti) e i tifosi più competenti. E Valente, da uomo pragmatico e intelligente qual è, sembra convincersi. Anche grazie, come da lui ammesso nel dopo-gara della sfida con il Vicenza, alle convincenti idee del proprio staff.

L’oggetto del “contendere”? Il modulo con una singola – ma significativa – mutazione di schema: dal 3-4-3 “valentiano” al 3-5-2 degli ultimi 25’ della sfida coi veneti. Quelli per intenderci con Zanellato a dispensare aperture di prima (protetto da altri due interni di mediana; Marino e Frigerio) e anche quella “imbeccata” per Di Dio che ha portato alla rete di Sene. Ci si intenda: l’attuale rosa del Lecco vanta tanti bravi interni di mediana (tra cui tre play come Zanellato, Marino e Di Gesù) con un solo cursore di ruolo (Frigerio) – un altro facilmente adattabile come Martic - e altri come Attys che sono veri e proprio “jolly”, utilizzabili cioè sia come mezzala, che come ala o attaccante di fascia (come voluto da Valente). Abbondano poi gli esterni come quest’ultimo; con Anderson, Di Dio, Cavallini, Kritta, Grassini (una volta recuperato). In tutto questo gli attaccanti di movimento (le seconde punte) – ora che Mendoza è “sparito dai radar” - sono (relativamente) pochi. Un indirizzo pragmatico vorrebbe quindi aumentare il numero dei titolari di mediana fasce comprese – appunto da quattro “a cinque” - diminuendo gli elementi destinati al reparto offensivo (da tre a due).

Le contro-prove di questo assunto? Non è un caso che dalle fasce sono arrivati i pericoli maggiori proprio quando il modulo è mutato così: proprio perché l’attitudine degli esterni attuali nella rosa bluceleste è quella di occupare il proprio ”out” da quinti (nel 3-5-2), non da quarti (in un 3-4-3). Non è solo una questione di numeri: ma di caratteristiche dei singoli e relativa capacità di adattamento; eppoi equilibrio e quindi produttività. Che nel calcio si traduce nella capacità di difendersi bene, ma al contempo creare pericoli per la porta avversaria. Le cronache (e i cambi del 67’ col Vicenza) dicono chiaramente che Federico Valente sta cogliendo in pieno le occasioni che la rosa gli offre. Ma non solo: sta attendendo che Zanellato diventi disponibile per i 90’ filati. Per poi cucirgli addosso un abito consono; con due “asole di contenimento” che ne proteggano le giocate (in un 3-5-2). Anche in prospettiva della prossima annata.

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