Lecco calcio / Lecco città
Martedì 03 Dicembre 2024
Calcio Lecco, il presidente Aliberti a ruota libera
Aniello Aliberti dice la sua verità sulla stagione. In un momento difficile, il numero uno di via Don Pozzi scende in campo e dice la sua. A Grassobbio, sede della sua ditta madre, la Technix, il presidente spiega, argomenta, racconta, i suoi primi cinque mesi a Lecco. E come premessa spiega: «Quando perdiamo non facciamo i salti di gioia, ma nella mia indole di imprenditore, la mattina dopo non perdo la lucidità e a mente fredda faccio diverse valutazioni senza farmi prendere dal panico. In qualsiasi azienda non porta a soluzioni valide». Poi aggiunge: «Di Nunno si è trovato ad avere una promozione in serie B due-tre settimane prima del campionato e di corsa ha dovuto adeguare lo stadio e mettere su una squadra per fare un campionato in Cadetteria. E quando ti arriva tra capo e collo una cosa del genere, non riesci a fare le scelte con serenità. La gran parte dei calciatori sul mercato era già stata assegnata ad altre squadre, per esempio, prima che Di Nunno potesse allestire la sua».
Fatto sta che a luglio è subentrata la nuova proprietà, il 7 luglio. «Abbiamo dovuto ricostruire tutto: allenatore, direttore sportivo, squadra. A due-tre settimane da Veronello siamo partiti da zero. La prima cosa da fare era trovare allenatore e direttore sportivo. Abbiamo scelto Minadeo e Baldini. Non sono state scelte casuali: tra mio fratello Michele, mio cugino Aniello (omonimo, n.d.r.), mio figlio Francesco, tutte persone dell’ambiente, abbiamo ponderato le scelte. Scegliemmo Baldini perché a luglio ci sembrava persona più esperta e, dunque, volevamo avere una marcia in più, non tentare una scommessa. Di Baldini né come tecnico né come professionista, posso dire nulla. L’ho visto lavorare 8-9 ore al giorno, ma non si era creata empatia con lo spogliatoio. E per sua ammissione, aveva troppa ansia addosso che trasmetteva anche alla squadra».
Volpe è arrivato tardi? Non per Aliberti: «Poteva arrivare prima, ma è nel mio stile fermarmi, ragionare, non fare colpi di testa». E il discorso si sposta sulla rosa, che pare inadeguata. «Abbiamo avuto una rosa di 22 calciatori che avevano fatto la serie B quasi tutti sotto contratto. E non c’era molto da fare: bisognava tenere quelli che volevano restare. Di questi, quindici, per nostra o loro volontà, sono stati confermati. Per me avere una rosa di 15 su 22 che avevano la B, era una garanzia. Ma ci ha limitato nel budget, per gli stipendi alti, da serie B. Compresi i prestiti che rientravano».
Ma Minadeo? Aliberti conferma totale fiducia sul diesse. «Stiamo già ipotizzando insieme quanto faremo la prossima stagione. La programmazione è molto importante, per non fare le cose più di corsa. Sono strafelice di avere Vitali per la organizzazione e Minadeo per la parte sportiva. E penso che saranno al mio fianco anche dovessimo andare in serie A. Sono due persone valide, oneste e capaci. In questo mondo, purtroppo, il valore onestà non è diffuso a largo spettro specialmente per il direttore sportivo». Minadeo, spiega Aliberti, merita un 10: «I tifosi sono liberi di criticare, ma non li capisco. Abbiamo acquistato 11 calciatori. E sono lì da vedere: Di Gesù, Furlan, Mendoza, Kritta, Gunduz, Dore tutti giovani che non sono stati sicuramente acquisti sbagliati. Sipos l’ha voluto Baldini. Zuberek è un prestito. Poi ci sono Beghetto e Billong. Chi è venuto a mancare? Rocco? Pensavamo potesse fare 7-10 gol, ora non ne ha fatto neanche uno, ma quando l’abbiamo preso aveva fatto 15 gol. A Minadeo? Gli do 10. Le critiche vanno fatte alla proprietà».
I risultati però sono negativi: «Se voglio o se devo trovare una nota dolente, è che le aspettative che avevamo sui 15 confermati dalla B non sono state corrisposte. Era quella l’ossatura della squadra. Se qualcosa è venuto a mancare, con tutta onestà, è venuta a mancare da questi che, sarà per l’età, per la testa, per la preparazione, hanno dato molto meno di quanto ci aspettavamo. Abbiamo giocato contro l’Albinoleffe una bruttissima partita. Peccato perché con il Padova, risultato a parte, francamente esagerato in negativo, avevamo fatto una bella partita. Non la stessa fatta contro l’Albinoleffe. Ma senza trovarci delle scuse, avevamo dieci infortunati su una rosa di 23 ragazzi». Gennaio sarà il mese decisivo. E per questo la società sta lavorando alacremente su profili che le piacciono. Presidente e vicepresidente, ribadiscono: «Il 7 luglio il mercato era già quasi fatto. Quelli bravi, parecchi, erano già andati. Bisogna capire che con i fondi a disposizione e con i 2,6 milioni di ingaggi già spesi, non si poteva fare molto di più».
Ma non erano 3,5 i milioni di budget? «Sì ma per tutta la società. Speravamo di avere solo 2 milioni da spendere per ingaggi… E invece... Ma con quello che avevamo in ballo, abbiamo fatto mercato in 20 giorni. Anzi, Minadeo era arrivato l’11 luglio. Ha avuto 18 giorni per fare la squadra. Non era facile. Ora è diverso. Ma stiamo già pensando non solo per gennaio, ma per la stagione prossima».
E l’acquisto di Di Carmine? E Sipos? «Sipos l’ha voluto Baldini, al cento per cento. Volevamo prendere uno di grido, ma Di Carmine non l’abbiamo rifiutato. È andato a Trento per altri motivi. Per ore eravamo a un passo per Davide Diaw, ma alla fine alle 21 non ha voluto scendere in C e allora siamo andati su Rocco. Come mai il Legnago non l’aveva vincolato? Perché aveva rotto con il team della squadra veneta».
E Buso? «Mai messo in discussione. È stato lui ad aver voluto restare assolutamente in B. Non si poteva legare a noi. Ma non l’abbiamo lasciato andare per soldi. È andato in depressione. Aveva dichiarato di voler smettere, se non fosse riuscito ad andare in B. E nessuno ci ha chiamato per riprenderlo in prestito a gennaio. Zero virgola uno di possibilità, ma perché il Catanzaro non credo proprio ce lo ridarà neanche per i mesi che mancano a giugno. A noi nessuno ne ha parlato».
Manca almeno un terzino destro e un centrale. «Ne prenderemo sicuramente uno! Insieme a un centrale difensivo».
Chi terrete? «Posso dire solo che la prossima stagione, avremo solo contratti che abbiamo confermato noi e alcuni che avremo scelto di prorogare».
Chi c’è già per la prossima stagione? “Al momento Furlan, Tordini, Di Gesù, Galeandro, Kritta, Sipos, Mendoza, Frigerio”.
E i “vecchi”? «Sono tutti sotto monitoraggio. A luglio non potevamo che dire sì a chiunque avesse il contratto. Dopo 16-17 partite, i numeri sono numeri. Di sicuro nello spogliatoio c’è qualcuno, e non tra i giovani, che è geloso degli altri».
Ma Franco Lepore ha soddisfatto tutti? La società non le manda a dire: «Ci aspettavamo molto più aiuto nello spogliatoio. Non solo o non tanto in campo. Per creare un legame maggiore tra giovani e vecchi. Le gelosie non vanno bene, che fossero sulle scelte di Baldini o altro… Chi si guadagna la pagnotta va avanti, mentre chi per testa, per fisico, o per altri motivi non lo fa, non l’abbiamo sposato. Anche nel matrimonio c’è la separazione e poi il divorzio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA