Calcio Lecco, ora lo stadio è norma per la Serie B, un epilogo quasi beffardo

Dopo tanta attesa il Rigamonti-Ceppi è un impianto ufficialmente adeguato per la serie cadetta: può contare su 5.508 posti di capienza totali così suddivisi. Una beffa, visto che, con tutta probabilità, questi posti saranno in gran parte vuoti nella prossima stagione dopo il tonfo dato quasi per scontato in Serie C

Lavori terminati. Non c’è più niente da fare al Rigamonti-Ceppi. Dopo mesi di lavori, dopo l’installazione del nuovo impianto di illuminazione, dei seggiolini in tutti i settori, dei tornelli interni ed esterni, la creazione dei box per le Tv, delle nuove porte d’accesso, è arrivato anche l’innalzamento della Gradinata Sud e, proprio ieri, la sua completa autorizzazione, per la capienza completa.

Appare quasi beffardo l’arrivo della autorizzazione antincendio da parte del comando dei Vigili del Fuoco guidato da Antonio Durante, quando oramai lo stadio rischia di svuotarsi. Eppure dopo tanta attesa il Rigamonti-Ceppi è uno stadio ufficialmente da serie B: può contare su 5.508 posti di capienza totali così suddivisi: 1.220 in Gradinata Sud, 1.343 in Curva Nord, 1.301 in Tribuna e 1.644 nei Distinti. Una beffa, visto che, con tutta probabilità, questi 5.508 posti la prossima stagione saranno per la gran parte vuoti, dopo il tonfo dato quasi per scontato in serie C. Soprattutto nella enorme e desolata Gradinata Sud (in C). Se vogliamo, poi, lo stadio è stato il motivo di tutto il contendere e l’inizio della fine per il Lecco. Basti pensare all’estate caldissima, con due bocciature da parte di Figc e Collegio di Garanzia del Coni e due promozioni targate Tar e poi Consiglio di Stato con la sentenza intervenuta il 30 agosto, a partire da quel bellissimo 18 giugno che sancì la riconquista dopo 50 anni della categoria.

Se lo stadio fosse stato a posto già quel 18 giugno, naturalmente, i due mesi e mezzo di attesa per allestire una squadra competitiva non sarebbero stati persi. Come, se ci fosse stata più lungimiranza, si sarebbe cercato prima uno stadio alternativo (anche se, pare, il Monza avesse dato disponibilità a Di Nunno, salvo poi ritirarla). Quello comunicato (quello di Padova), fu ottenuto con un ritardo di due giorni sulla scadenza dell’iscrizione alla serie Cadetta (il 20 giugno). Insomma, la faccenda stadio si è chiusa definitivamente ieri con l’arrivo della missiva di accettazione del piano antincendio da parte dei Vigili del Fuoco. Ma oramai pare troppo tardi. Tanti sforzi, di tanta gente, dalla parte burocratica-amministrativa a quella degli operai e delle ditte che ci hanno lavorato (la Valassi Fermo e Franco in primis), al geometra Angelo Selva responsabile dello Stadio, fino alle tante figure di primo e secondo piano che hanno dato una mano affinchè il vecchio Rigamonti-Ceppi tornasse a essere un vero stadio da serie B (tribuna stampa a parte), rischiano di essere rovinati da un andamento della squadra che è in picchiata già da dieci gare.

Eppure, già da questi giorni, la Gradinata Sud si potrebbe riempire. Non succederà di sicuro a Pasquetta contro il Cittadella, visto che i tifosi veneti attesi sono una cinquantina. Potrà succedere, invece, contro Sampdoria, Venezia e Reggiana, forse contro il Modena all’ultima della stagione (si spera non l’ultima in serie B, per chi crede ancora nei play-out). In verità i lavori allo stadio erano stati terminati dieci giorni prima del previsto, ai primi di gennaio, ma l’autorizzazione dei VdF è arrivata solo in questi giorni. È l’atto formale di chiusura delle “pratiche stadio”. In caso il Lecco fosse andato bene e fosse rimasto in B, o, meglio, se il Lecco resterà in serie B, ci sarebbe stata la dedicazione di parte dei Distinti alle tifoserie Ospiti, mentre la Sud sarebbe andata ai tifosi locali. Se non altro c’era un’idea del genere in seno alla società. Ma pare tutto, oramai, inutile.

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