Alla terza sconfitta già si parla di sostituti per mister Baldini. È il calcio. Le difficoltà date dai tanti, tantissimi infortuni, contano poco in questi casi, nell’irrazionalità propria di questi momenti. Il primo e, a volte l’unico, a pagare, è sempre il mister. Al di là dei propri meriti e dei propri demeriti. Ma non è ancora suonata la campana per Baldini che ha almeno la prossima partita per recuperare terreno e credibilità.
Certo, c’è già chi parla di un possibile ritorno dello stipendiato Andrea Malgrati, ma il suo ritorno sarebbe reso difficile da una diffusa ostilità dell’ambiente e dalla constatazione che, forse, neanche lui vorrebbe rientrare in una squadra che non ha costruito né pensato. Si vedrà. Per ora bisogna cercare di recuperare serenità e, soprattutto, giocatori. Torneranno Artur Ionita dalla nazionale moldava e Jan Zuberek dalla nazionale polacca. Non due ritorni da poco. Inoltre potrebbe essere recuperato anche Furlan dallo stiramento al pettorale, in porta, anche se Dalmasso non ha fatto male. A centrocampo gli ultimi dieci minuti di Di Gesù dicono che il giocatore potrebbe tornare a disposizione. E forse potrebbe rientrare anche Frigerio.
Di sicuro, però, il faccia a faccia tra Baldini e il suo preparatore atletico Germignani deve essere (e lo è già quotidianamente), molto franco. Tanti, troppi, gli infortuni muscolari. Al di là di quelli traumatici (Zuberek, Marrone e Frigerio), gli infortuni occorsi a Di Gesù, Lepore, Beghetto, Furlan, Stanga, Celjak, ma anche a Battistini e Ilari, sembrano riguardare sempre la muscolatura o i tendini. Forse si va verso a un recupero quasi totale della rosa, e questo potrebbe mettere Baldini in altre condizioni per la gara contro la Pergolettese. Però il neo acquisto Jean Claude Billong è stato annunciato senza avere il transfer. Inserito nei convocati, messo addirittura in dubbio se giocare o meno a Busto, poi si è scoperto che non aveva ricevuto il via libera dalla federazione. In queste condizioni di classifica e, soprattutto, psicologiche, un innesto nuovo e di esperienza, avrebbe potuto dare una scossa all’ambiente, fin troppo depresso. Questo, però, non si spiega: è come se le scorie della retrocessione dalla B ancora pesassero come macigni su giocatori del calibro di Lepore, Celjak, Battistini, Galli, in misura minore Tordini… Loro che hanno fatto la B dovrebbero suonare la carica perché l’anno scorso giocavano al Barbera di Palermo, al Mapei di Reggio Emilia, al Tardini di Parma. Se lo hanno fatto a tratti a pari livello degli avversari in Cadetteria, perché non dovrebbero farlo ora in serie C? Il fattore psicologico non è da sottovalutare. E il Lecco deve capire che scarso non è. E può risorgere, se ci crede.
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