Calcio Lecco, Marconi suona la carica:
«Serve più chiarezza»

Suona la carica Lorenzo Marconi. La vecchia (non poi tanto) gloria del Lecco, il condottiero di centinaja di battaglie, il più presente in maglia bluceleste, è stanco di sentire i “se”, i “ma” i “forse”. Chiede innanzitutto al patron Paolo Di Nunno chiarezza. E agli imprenditori di non lasciarsi sfuggire l’occasione di sfruttare l’entusiasmo che è ancora vivo nella gente di Lecco. «Ora come ora c’è troppa confusione. È un caos e bisogna capire cosa voglia fare Di Nunno. È questo il vero problema. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno: lo stadio è un bijoux, ci sono già molti giocatori con il contratto. Non si parte da zero. La squadra è retrocessa, ma se tiene un assetto che ha un senso, può fare bene. Vincere è difficilissimo, ma potresti metterti in scia delle prime. In Lega Pro potresti ricominciare a cavalcare l’entusiasmo creatosi con la promozione». Ma c’è una condizione perché tutto questo si avveri: «Se invece sbraghi, non dai un senso di continuità alle cose, i giocatori se ne andranno, i mister faranno fatica ad arrivare e soprattutto la gente rischia di perdere tutto questo entusiasmo. Se, invece, si dà chiarezza al pubblico, si terranno legati tutti i tifosi».

Marconi, che ai tempi dell’interregionale (oggi serie D) e poi in C2, ha tenuto sempre duro, non ha mai visto un pubblico come quello odierno: «Io mi sono emozionato a vederlo in televisione, su Sky e Dazn, il Lecco – ammette il giocatore valsassinese con origini bergamasche, di Ponte Nossa - . Vedere il Rigamonti-Ceppi circondato dalle montagne in un contesto splendido e con così tanto pubblico… è stato semplicemente fantastico. Francamente non mi sarei mai aspettato che la gente di Lecco avrebbe riempito lo stadio anche in partite di secondo piano… Sarebbe un peccato perdere tutto questo».

Per non farlo c’è un solo modo: «Due stagioni fa i giocatori hanno vinto il campionato ma poi in società non sapevano cosa fare perché, comunque, qualcosa è stato sbagliato, al di là degli errori Figc, nella questione iscrizione – riflette l’ex terzino destro bluceleste -. A Lecco non si può vivere sempre di incertezze. Qualsiasi cosa dica Di Nunno la deve dire ora. Altrimenti la gente si stanca. Vuol mollare? Lo faccia. Ora, però, è già tardi. Il tiramolla è quello che infastidisce di più i tifosi. E se lui sta qui, chi può andare insieme a lui, a meno che la sua quota non sia davvero di minoranza assoluta? Non perché sia un disonesto, o un bugiardo: ha sempre mantenuto le sue promesse. Ma è imprevedibile. Non riesci mai a fare i conti con lui… Magari costruisci un qualcosa di bello e lui lo manda all’aria con un’intervista, un discorso dal terrazzino... I soldi li ha sempre messi. Ha sempre mantenuto le promesse. Ma in quanto a “immagine”, lasciamo perdere».

Parliamo di calcio. Chi terrebbe Marconi? «Buso va via sicuro. Altrimenti lo terrei. Celjak è da tenere insieme a Lepore. Anche se sono due “vecchi”. Bianconi in serie C va bene. A centrocampo mi piacerebbe poter tenere qualche ragazzino tra Sersanti e Degli Innocenti, ma capisco anche che non vogliano scendere di categoria. Crociata per la C sarebbe un lusso. La serie C ha un solo, grosso problema: ne va su solo una. E se trovi il Mantova della situazione, diventa difficile farcela. Però se fanno una squadra che ha una sua logica, possiamo ancora dire la nostra».

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