Calcio Lecco: cercasi un Lepore disperatamente

Lecco

“Cercasi un Lepore disperatamente”... Sì, un esterno fra attacco e difesa, destro ma anche sinistro che, come il “Checco bluceleste ai tempi d’oro” (calcisticamente ieri), sappia dare quantità e qualità; cross al centro (dell’area avversaria); sia gelido dal dischetto; la “metta” su punizione (si pensi a Foggia, senza farsi venire i lucciconi...); dia esperienza e corra come un ragazzino. Sì, perché quel Lepore lì – sia detto senza malinconia, con la consapevolezza che lui potrà ancora dare una grossa mano – difficilmente lo si vedrà ancora “titolarissimo”. Al centro del progetto tecnico-tattico di Volpe. Generoso e infaticabile, coraggioso e duttile lo resterà sempre; ma manca (alle soglie dei 40 anni, il prossimo agosto) la corsa, la reattività dei tempi d’oro (anche solo di un anno e mezzo fa...).

Lui che avrebbe bisogno di riposare, di essere avvicendato. E che probabilmente ha “tirato la carretta” senza pensare minimamente ad auto-conservarsi, come invece in molti (troppi in questo Lecco 2024-’25) hanno fatto per non esporsi a brutte figure... Lui no, lui c’è sempre stato (18 presenze su 21, di cui ben 14 per tutti i 90’; 2 gol e 2 assist). Al netto di un rendimento calante, complice l’evidenza di un’età ormai incombente. E così ecco i nuovi innesti: in primis quel Davide Grassini (classe 2000) che, più che a Lepore, somiglia a Giudici; e – un “settore più dietro” - quel Vincenzo Polito (’99) destinato a occupare uno slot come esterno difensivo (destro o sinistro all’occorrenza), più che come “braccetto” centrale. Malgrado nella sfida col Trento sia stato schierato difensore centrale in una linea “a 4”. E Coco Louakima (’03)? Negli stessi settori (nel suo caso, prevalentemente il destro), quando rientrerà dall’infortunio sarà altra concorrenza per un Lepore troppo in affanno nelle ultime gare. Competitor “freschi”, di gamba, di reattività... Il classe ’85 così avrà modo certamente di tirare il fiato anche se, attenzione: non è così scontato che – dopo un fisiologico periodo di panchina – il “Checco bluceleste” non torni utilissimo. Magari in quei finali di partita arroventati dove il suo “saltello con piedino fatato” possono mettere chiunque in grado di segnare. L’esempio? Nella “nebbia” (anche tecnico-tattica) di Chioggia: due cross per la testa di Sipos, un palo e un gol. Bravo il serbo sì, ma quelle pennellate dalla destra erano come schizzi di un Kandinsky d.o.c. A fine stagione? Si vedrà. Ma sarebbe bello saperlo parte di un progetto societario che in via Don Pozzi lo veda, almeno inizialmente, come “insegnante di calcio”. Ne ha tanto da impartire. Fiorenzo Radogna

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