Calcio Lecco, un anno fa la storica
promozione in Serie B

Nel pomeriggio del 18 giugno i blucelesti avevano battuto il Foggia nella finale di ritorno. Si è trattato del punto più alto della gestione Di Nunno, arrivato sul Lario nel 2017

Un anno è passato dalla storica promozione in Serie B del Lecco. Nel pomeriggio del 18 giugno, infatti, alle 17.30 il Lecco aveva battuto, nella finale di ritorno, il Foggia per 3 a 1 con doppietta di Lepore, eroe indiscusso del doppio confronto con i Satanelli. Le immagini trasmesse in mondovisione dalla Rai di Lecco e riprese dal drone, sono entrate nell’immaginario collettivo della città. Una festa senza precedenti, quella scattata poco dopo le 19 del 18 giugno, con grandi e piccini in piazza. Ultras e tifosi dell’ultim’ora insieme per questa serie B conquistata a sorpresa. Lo slogan di mister Luciano Foschi era stato, per tutti i play-off “Non succede, ma se succede...”. E la sua grande forza era stata crederci fin dal primo turno contro l’Ancona, paradossalmente superato con due pareggi (2 a 2 e 1 a 1). Poi le due imprese: sconfitto in casa prima da Pordenone (0-1) e poi dal fortissimo Cesena (1-2; non a caso promosso direttamente in questa stagione), il Lecco era riuscito a ribaltare ogni pronostico e conquistare il passaggio alla finale in trasferta. Insomma, un percorso davvero entusiasmante. Il punto più alto dell’avventura del patron Paolo Leonardo Di Nunno, arrivato a Lecco nel 2017.

Quell’anno, grazie ai buoni uffici del commissario Mario Motta e dell’inossidabile Angelo Battazza, Di Nunno aveva lasciato la piazza di Seregno per rilevare, a prezzo di sconto (circa 20mila euro), dal fallimento un Lecco ridotto ai minimi termini e che rischiava di scomparire. Da lì, ossia dal 2017, comincia un’avventura a colpi di “sparate” e di dichiarazioni bellicose dell’oramai ex patron. Il settimo posto della sua prima stagione è caratterizzato da “Ma chi è quella lì?”, rivolta al presidente della Pro Patria Patrizia Testa, in sala stampa, dopo la vergognosa partita contro i bustocchi aiutati, involontariamente, dall’arbitro Monaco. A mister Javorcic Di Nunno continuò a chiedere, per tutto il post partita, “Avete rubato vero? Lo dica…”. Insomma, uno show. Sarà solo il primo di una lunga serie.

Ma nel 2018/19 Di Nunno con grande intuito ingaggia un allenatore come Marco Gaburro e gli mette a disposizione una corazzata che stravince il campionato: 86 punti e record di distacco dalla seconda, lasciata a 27 punti di distanza. La prima stagione di C fa rima con Cinema. Nel 2019-20, stagione del Covid, infatti, mister Gaburro viene lasciato solo con il suo fido e comincia male. Dopo, cacciati lui, Brambilla e il diesse Mario Tesini, il buon Di Nunno, oramai entrato nella sfera d’influenza di Domenico Fracchiolla, diesse ombra bluceleste, ingaggia Alfredo D’Agostino, mai entrato nel cuore dei tifosi blucelesti e si salva. Di Nunno comincia il suo cinema di dichiarazioni “Me ne vado, qui non c’è nessuno che mi dà una mano”. Dimissioni sempre, ciclicamente, annunciate e mai concretizzate.

Ma il Lecco si salva e Di Nunno va avanti. Anche nelle due stagioni successive 2020-21 (con D’Agostino) e 2021-22 (con Zironelli e De Paola), il Lecco ottiene due salvezze tranquille con playoff abbandonati però già al primo turno. Nel mentre, ancora Di Nunno “spara” contro tifoseria, imprenditoria, città. Però, al di là delle dichiarazioni, spende. Sostiene di aver speso 12 milioni di euro nel Lecco prima della promozione in B. E probabilmente la cifra è congrua. Se commette errori è per eccesso di umanità. Tiene giocatori palesemente in difficoltà in categoria, dalla D alla C, solo per riconoscenza. E chi gli dimostra di sputare sangue in campo, al di là delle qualità tecniche, è sotto la sua ala. È un padre-padrone, ma di quelli per cui la parola data è sacra.

Quindi arriva Alessio Tacchinardi, nel 2022-23. L’ex campione della Juventus non è contento e i risultati non arrivano: per lui la squadra è deficitaria. Forse proprio questo fa scattare il desiderio di riscatto nei ragazzi che diventano i beniamini di Luciano Foschi. Il 2023 è l’anno della cavalcata trionfale. Il Lecco conquista un terzo posto che non è secondo (con il Pordenone) solo per differenza reti peggiore. Forse avrebbe potuto tentare la scalata diretta. Ma i playoff, vinti in quel modo, sono una goduria immensa. Peccato, però, che la disorganizzazione e le vessazioni della Figc regalino un’estate 2023 caldissima. Dentro e fuori più volte dalla B, il Lecco si ritrova iscritto mentre le altre hanno già disputate tre partite. La partenza ad handicap e una serie infinita di errori, rovinano la festa. Ma non il suo ricordo.

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