Calcio Lecco, Aliberti a Unica Tv: «Il sogno è il ritorno in B»

Il nuovo patron bluceleste si racconta nella puntata speciale della trasmissione sportiva

È stato protagonista, ieri sera, di un’intervista esclusiva rilasciata alla nostra emittente, Unica TV, il patron bluceleste Aniello Aliberti. E si è aperto a 360 gradi al giornalista “bluceleste” Mario Servillo nel corso di “Speciale Unica Calcio Lecco” in onda ieri sera alle 21, in replica alle 23.30 e disponibile sul sito laprovinciaunicatv.it nella sezione On demand.

Il nuovo patron del Lecco ha aperto il cassetto dei sogni: «Il sogno è la serie B, ma per farlo bisogna riuscire a costruire un grande amalgama tra allenatore e giocatori, giovani ed esperti. Noi dobbiamo crederci ma poi è sempre il campo a decidere». Anche perché Aliberti è arrivato per restare: «Avevo quasi deciso di andare via, quando non ho trovato altri imprenditori lecchesi che mi accompagnassero. Ero quasi dell’idea di lasciar perdere. Ma per me il giorno dell’iscrizione è stato un dramma: Di Nunno non aveva fatto la fidejussione il giovedì sera precedente la scadenza del 20 giugno. Ho dormito malissimo e poco quella notte. Avevo la responsabilità di dargli una mano, anche se non ero neanche proprietario. Però se non l’avessi fatta, saremmo andati in serie D. Ho saltato l’ostacolo». Ma Aliberti spiega: «Ora, più siamo, d’ora in poi, più avremo possibilità di fare un ottimo campionato. I soldi versati nel Lecco andranno sempre a supporto della squadra. Allora il progetto può durare anche tre anni. Da solo, invece… Però sono ottimista».

Ma, intanto, c’è l’annuncio, slittato di qualche giorno del diesse, che per Aliberti rimane “senza nome” ma noi sappiamo che è Antonio Minadeo. Infatti Aliberti non ammette. Ma non smentisce neanche: «C’è un accordo sulla parola, ci siamo già stretti la mano, ma solo dal primo luglio potremo annunciarlo ufficialmente. Io lo do per scontato ma manca solamente il fatto tecnico della firma. La società dalla quale lui proviene già sa, ma il termine contrattuale va rispettato. Chi è stato scelto è davvero voglioso di vincere. Ha già esperienza, ha avuto buoni risultati, anzi ottimi, riteniamo essere una buona scelta».

Ma c’è stato già una definizione di compiti e ruoli? Aliberti sottolinea: «I ruoli saranno ben chiari. Ognuno deve fare la sua parte. Per quel che ho visto la gestione Di Nunno era di cuore, di passione, di azione immediata. Qui rivendico la mia idea di governance che possa dare risultati evitando il caos. Sicuramente abbiamo tre allenatori in pista, che deve essere condivisa dal direttore sportivo. E anche quella del direttore generale, che sarà, spero, uno molto esperto, addirittura con espeirenza di serie A, deve essere condivisa. Dobbiamo evitare che allenatore, diesse e diggì si mettano a litigare tra di loro”. L’obiettivo è arrivare in questi giorni con l’allenatore stabilito. “Manca poco al ritiro e poi inizia quasi il campionato. Entro l’inizio di questa settimana definiremo l’allenatore. Uno più su di età e gli altri due giovani: voglia di lavorare, voglia di vincere. E anche nella valutazione dei giocatori abbiamo bisogno di gente che suda la maglia. Non poco, però: deve essere da strizzare, già a fine primo tempo».

I due allenatori Foschi e Malgrati? Chi va e chi (forse) resta: «Con Foschi dobbiamo solamente concludere l’accordo della risoluzione. Poi ci sono cose burocratiche e tecniche da portare a termine. Con Foschi abbiamo trovato un accordo, con Malgrati invece è ancora nella rosa, per ora». E i calciatori? C’è entusiasmo? «Io ho parlato con i giocatori ancor prima di prendere il Lecco, subito dopo la fine del campionato. Qualcuno è venuto, l’ho incontrato. Ma solo otto-nove di loro. Non conosco neanche i nomi di tutti i giocatori, visto che allora non ero proprietario. Partiremo da quelli che hanno già un contratto e tutto il resto lo dovrà vedere l’allenatore. Non entrerò mai nel merito di chi debba giocare o meno».

C’è un giocatore che Aliberti ha visto giocare e gli piacerebbe tenere? Sì, ma non lo dirà mai… «Non voglio in alcun modo condizionare le scelte tecniche del nuovo allenatore. Già la selezione è avvenuta con mio figlio e con mio fratello Michele che ha un’esperienza di vent’anni nel profilo amministrativo se non tecnico del calcio. E poi io uso un metodo in azienda: una volta le ricerche del personale le facevo io ma dovevo poi assumermene le responsabilità. Invece ora do ad altri questa responsabilità perché se ne facciano carico loro».

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