Velasco Vitali firma il manifesto della quinta edizione del Lecco Film Fest

Un inno visivo alla “Signora Libertà”

E’ Velasco Vitali l’autore del manifesto ufficiale della quinta edizione del Lecco Film Fest. L’opera rappresenta con grande originalità il tema di quest’anno: “Signora libertà”.

Il Lecco Film Fest, realizzato da Fondazione Ente dello Spettacolo e promosso da Confindustria Lecco e Sondrio, è in programma dal 1 al 7 luglio e celebra il tema attraverso una selezione di film, dibattiti, incontri con i protagonisti del mondo del cinema.

Il titolo – ispirato a una celebre canzone del 1981 di Fabrizio De André, “Se ti tagliassero a pezzetti” – sottolinea la libertà vista come una “signora” che il festival intende celebrare, indagando alcuni fenomeni del cinema italiano e internazionale, fino all’attualità e al suo racconto attraverso i media e nel dialogo con altre forme d’arte.

Velasco Vitali ha creato un manifesto che va direttamente al cuore del tema “Signora libertà”. L’opera di Vitali è un inno visivo alla forza e alla bellezza della libertà. «Siamo grati a Velasco per aver rinnovato anche quest’anno la disponibilità a rappresentare il tema del festival, con la grazia e l’originalità che contraddistingue il suo sguardo – dichiara Angela D’Arrigo, curatrice del festival – La collaborazione con Velasco Vitali, artista di Bellano conosciuto in tutta Italia, è, inoltre, un altro modo per delineare l’identità del Lecco Film Fest, nel quale il legame con il territorio e la dimensione nazionale e internazionale convivono, arricchendosi vicendevolmente».

Velasco da parte sua, spiega come ha affrontato questa sfida: «La libertà è lo spazio che mettiamo tra noi e il mondo. Se ciò che sta sotto i nostri piedi non è terra ma acqua, possiamo essere certi che le nostre convinzioni e idee hanno la stessa inconsistenza dello strato liquido su cui stiamo per appoggiarci. Un asino che vola sopra una distesa d’acqua, sia essa lago o mare, rappresenta un evidente paradosso: nella quotidianità, è un fatto incontrovertibile che un asino non vola e nemmeno cammina nel vuoto. Tuttavia, immaginando qualcosa di nuovo, possiamo concepire un’idea rivoluzionaria del mondo invitando l’asino a passeggiare, che è già qualcosa di fantastico. Se poi l’animale si avvia verso il vuoto con inalterato galoppo, senza trattenerlo, anche l’immagine ne guadagna in leggerezza e libertà. “Miracolo a Milano” (per restare in ambito cinematografico) è proprio questo: la vera libertà consiste nell’abbracciare il pensiero che sta sopra di noi, senza preoccuparci di ciò che sta sotto. Che sia la dura metropoli o il soffice mare, poco importa; liquido, comunque, è meglio. Anche le idee, se immerse nell’acqua, appaiono più fluide».

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