«Una città in transizione»: l’arazzo di Alquati in mostra alla Fondazione comunitaria

Cent’anni fa, il 13 dicembre 1924, nasceva a Cremona il pittore Franco Alquati. Trasferitosi a Lecco a 15 anni con la famiglia, Alquati scoprì il suo talento per la pittura mentre era rinchiuso in un campo di prigionia ad Algeri. Tipografo e pubblicitario, firmo numerosissime opere dotate di uno stile personale fino alla sua morte avvenuta nel 1983. Chi volesse scoprire – o riscoprire – la sua opera può ammirare in giorni l’arazzo Lecco una città in transizione esposto nella sede della fondazione comunitaria del Lecchese nell’officina Badoni di corso Matteotti.

L’opera è appunto una veduta di Lecco firmata da Alquati nel 1958 e realizzata dalla scuola di arazzi di Esino Lario, un vero e proprio laboratorio artigianale di altissima qualità fondato nel 1936 che chiuse i battenti negli anni Novanta e realizzò arazzi per celebri pittori oltre che per commesse preziose.

L’arazzo di Alquati rappresenta la città di Lecco con tutti suoi simboli – dal ponte Azzone Visconti alle sue fabbriche, passando per il campanile di San Nicolò e il Resegone – prima che il tessuto urbano divenisse quello attuale. E’ insieme un simbolo e uno stimolo a riflettere sull’identità di una città in transizione. L’opera stessa ha una storia particolare: fu realizzata per l’allora Cariplo e venne recuperata da Mario Romano Negri, presidente onorario della fondazione comunitaria del Lecchese.

L’opera è stata presentata nel salone della Officina Badoni dalla presidente della Fondazione comunitaria Maria Grazia Nasazzi, da Anna Ranzi, conservatrice della casa museo di Villa Monastero a Varenna oltre che dal sindaco di Esino Pietro Pensa e da Marco Alquati, figlio dell’autore Franco, impegnato da tempo a cercare di valorizzare l’opera del padre. L’arazzo si potrà ammirare fino a fine dicembre negli orari di apertura degli uffici della fondazione Comunitaria lecchese.

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