Cultura e Spettacoli / Sondrio e cintura
Sabato 03 Ottobre 2015
Un Barbiere “da cinema” . E Siviglia è il nostro Sud
La compagnia Allopera parla della “prima” di questa sera. E loda l’acustica del Sociale di Sondrio e il rapporto, ottimo, tra buca e palco
Conto alla rovescia per la prima di questa sera del Teatro Sociale di Sondrio. In scena, com’era fu il 22 gennaio del 1824, ci sarà “Il Barbiere di Sviglia” nell’originale rappresentazione della Compagnia teatrale Allopera. Ieri grazie al le parole di Aldo Tarabella, del direttore d’orchestra Daniele Agiman, della scenografa Leila Fteita e del produttore Luca Ceretta regalati alcuni “segreti” dello spettacolo di questa sera. A svelare le prime curiosità sull’opera è il regista Tarabella che spiega come la cornice dell’opera buffa non sarà la solita piazza di Siviglia ma i vicoli tipici delle città del sud d’Italia degli anni Trenta-Quaranta: una fotografia, una cartolina immediatamente riconoscibile dal pubblico, non solo italiano perché un po’ ci rappresenta anche all’estero, che richiama il tanto amato e conosciuto neorealismo cinematografico. Perché proprio “Il Barbiere di Siviglia” ce lo spiega invece il direttore d’orchestra Agiman che, nell’opera di Rossini, vede racchiuso tutto il teatro all’italiana nonché il punto di partenza di quella che sarà l’opera degli anni a venire. Da non dimenticare poi, ed è sempre Agiman che lo sottolinea, che proprio l’anno prossimo ricorrerà il duecentesimo della prima rappresentazione avvenuta a Roma nel 1816. La scenografa Fteita spiega invece come abbia ricreato questo spazio scenico, richiamando la sua grande passione per il cinema: un vicolo visto dall’obiettivo di una telecamera dove tutto è reale, dal “casino” tipico dei quartieri di una città, ai fili dei panni tirati fra una finestra e l’altra, fino alla ricreazione di una piccola processione. E all’esigenza operistica di cambio scena fra un atto e l’altro, Fteita opta per un espediente teatrale di “teatro nel teatro”: ad esempio per il primo cambio una porta si apre (come nella realtà) e dentro c’è la stanza arredata anni ’40 con la cura per i dettagli volti a ricreare il contesto in cui le vicende si svolgono. La compagnia Allopera sarà la prima a sperimentare il nuovo teatro. Inevitabile chiedersi quale sia stato l’impatto con questa nuova realtà che sarà centro della vita culturale della città. Il primo a rispondere in modo entusiasta è il direttore Agiman che, forte della sua esperienza non solo in Italia, ma anche all’estero, loda due scelte: quella di aver utilizzato il legno come rivestimento e quella di non aver anteposto le scelte architettoniche a quelle acustiche. Sempre il Maestro assicura inoltre essere ottimo il rapporto fra buca e palcoscenico, raccontando di come l’orchestra, durante le prove (perché il “verdetto” arriverà questa sera con il pubblico presente in sala, che cambia inevitabilmente l’aspetto acustico), non abbia dovuto sacrificare le sue sonorità per favorire gli attori presenti sul palco. I protagonisti sentono l’aspettativa della città nei confronti della prima e sottolineano come l’unicità di questa sera sarà l’avere sul palco una vera e propria Compagnia dove, aldilà delle proprie competenze e dei curricula, in scena andrà la passione per un progetto che vede cantanti giovani (ma che stanno ormai spiccando il volo verso i teatri d’opera più importanti) guidati da una vera e propria équipe che ha unito la sua esperienza e ha saputo creare armonia e intesa fra tutte le persone coinvolte nell’allestimento dello spettacolo. Ed è il produttore Ceretta a sottolineare come il pubblico non ascolterà solo la professionalità dei cantanti, ma ciò che succede quando si crede in modo incondizionato ad un progetto. Oltre all’incontro con la stampa, sempre ieri, gli stessi artisti hanno incontrato il pubblico di Sondrio durante la “Prima della Prima” che aveva come fine quello di presentare l’opera cui i più fortunati potranno assistere (è infatti sold out praticamente dal primo giorno di apertura della vendita biglietti). I numerosi presenti in sala hanno partecipato attivamente ascoltando con interesse e togliendosi, con alcune domande, qualche piccola curiosità.
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