«Umanità violata», in tanti a Piateda per la presentazione del libro di Roberta De Monticelli

«L’umanità violata non è solo quella di chi muore sotto le bombe e dei carnefici, è la nostra anche, di noi comunità internazionale indifferente al sovvertimento radicale dei presupposti della civiltà, fondamentalmente al diritto umanitario e all’universalismo». Spiega con queste parole Roberta De Monticelli, filosofa e scrittrice, il titolo del suo nuovo libro “Umanità violata. La Palestina e l’inferno della ragione “, la cui primissima presentazione – il testo, edito da Laterza, è uscito venerdì 20 settembre -, si è tenuta sabato pomeriggio in una sala Songini, a Piateda, piena fino all’orlo tanto che, ad un certo punto, si sono dovute chiudere le porte.

Un libro che ha una storia lunga, non è un instant-book insomma, esito di un viaggio con Assopace Palestina nel Natale del ’22-’23. «Il titolo originale era “Il paradosso della legge” - dice la filosofa -, ad indicare la stranezza e l’atrocità di una terra che sarebbe all’origine della legge che rovescia l’apparato legale in apparato di violenza. Sullo sfondo c’era l’idea della resistenza pacifica, del pacifismo legale». Il 4 ottobre 2023 De Monticelli ha consegnato la bozza del libro, poi il 7 ottobre è iniziato il conflitto armato, per cui il libro è stato rivisto, in parte riscritto, perché di fronte «alla giustizia calpestata» non si poteva più stare zitti e, così, il sottotitolo è divenuto “L’inferno della ragione” ad indicare il taglio filosofico, di un libro che non è “schiacciato” sul diritto internazionale.

«Due capitoli raccontano il viaggio di esperienza e conoscenza – prosegue De Monticelli -. Io sono fenomenologa di formazione e la fenomenologia è quella corrente di pensiero della filosofia che ritiene che si debba parlare di quello che si ha davanti agli occhi, che sia astratto o concreto. Il tema era quello di trovare una via di speranza che è collegata all’idea di Assopace. Filo conduttore dei capitoli è la resistenza non violenta di gruppi che trovano un modo di vivere una libertà nella lotta per la liberazione. Da un lato c’è quindi l’esperienza vissuta che è esperienza umana e, dall’altro, il pensiero di cosa sia il diritto rispetto alla forza. Come stanno insieme diritto e forza è il tema filosofico; il diritto nasce per regolare la forza di cui si deve servire per esistere. Il nucleo originario prevedeva anche il viaggio che inizia quando si torna a casa, il viaggio con la rimozione dell’elefante nella stanza, come anche fra gli amici più cari ci fosse ignoranza sulla vicenda. Ho dialogato con intellettuali che negavano l’evidenza, ma ora non è più possibile negare la questione palestinese». Il terzo capitolo discute, in termini più vicini alla letteratura accademica, le soluzioni e le alternative possibili. Un testo che vuole abbattere il muro dell’indifferenza e dell’ignoranza, intesa come «il non voler sapere, non solo l’ignoranza involontaria ma anche il distogliere lo sguardo».

Molto orgogliosa di ospitare a Piateda l’autrice Rosanna Piuselli di Assopace Palestina provinciale che, insieme al Centro di documentazione Rigoberta Menchù e alla biblioteca di Piateda, ha organizzato l’incontro. «Siamo onorati e grati a Roberta De Monticelli di aver accolto il nostro invito – afferma Piuselli -. Il fatto che questa sia la prima presentazione del volume, fresco di stampa, è un dono per noi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA