Cultura e Spettacoli / Tirano e Alta valle
Giovedì 10 Agosto 2017
Teglio Teatro Festival, emozioni sul palco
La premiazione degli spettacoli vincitori allo Spazio Centrale ad Arquino ha concluso la kermesse. Primo premio assoluto all’Omaggio a Dario Fo di Poggioni, tra gli emergenti ha prevalso l’opera di Moiser .
L’organizzatrice dell’associazione “Incontri di civiltà”, Agnese Bresesti, la definisce «la grande famiglia del Festival» ed è proprio questo aspetto – quello di un gruppo di persone che sono quasi diventate una grande famiglia – emerso nella nona edizione del Teglio Teatro Festival Valtellina che si è conclusa martedì sera a Spazio Centrale ad Arquino con la premiazione degli spettacoli vincitori.
La giuria formata dalla presidente Anna Galanga, da Giulia Bresesti, Roberta Giffalini, Maria Rosa Menaglio e Luca Pelizzi ha decretato come spettacolo vincitore assoluto della categoria attori professionisti “Omaggio a Dario Fo” di Christian Poggioni.
«Una giullarata che ha portato in scena un insieme di monologhi, dai vangeli apocrifi alla novellistica medievale fino alla mitologia classica, unita a canzoni popolari, canovacci della commedia dell’arte – si legge nella motivazione -. Irriverente e peraltro profondissimo nelle sue interpretazioni, l’artista spende sul palco fisicità e alta sensibilità. Così recitando, affabulando, cantando, ballando in un instancabile susseguirsi di forti momenti, ha saputo avvolgere e ammaliare il pubblico, facendolo entrare nel proprio mondo così teatrale e simultaneamente così reale».
Menzione d’onore per Arianna Scommegna e il suo “Magnificat”, «magistralmente interpretato, un’esperienza umana ed estetica pervasa da una presenza densa di vissuto, un viaggio fisico e mentale che difficilmente si dimentica, tale è la potenza di senso unita all’impellente ricerca drammaturgica che lo muove».
Nella categoria emergenti ha vinto “Il pendolo di Charpy” scritto da Gianluca Moiser con Moiser, Jan Bures e Daniele Pellegrini per lo stile diretto, ironico, personale e coinvolgente che passa attraverso una forte coscienza sociale e che si formalizza attraverso una “professione di fede”.
«La pratica dello sguardo degli artisti si rivela attraverso dettagli che ci parlano anche di ciò che non si vede ma si sa – questa la motivazione -, la trama di tematiche, in un gioco di rimandi tra memoria e attualità, ricchezza e povertà, è espressa con accattivante spontaneità e stupefacente bravura».
Menzione d’onore per la regista Gigliola Amonini e per i suoi laboratori teatrali del Quadrato Magico e della Pgi svizzera. In particolare è piaciuto alla giuria lo spettacolo “Semplicemente” per la «inconsueta e sorprendente la capacità di estrarre da un complesso testo di economia, con ironia e leggerezza, la metafora della vita».
Radiosa è apparsa Bresesti, che ha ringraziato tutti: «In questi nove anni il pubblico è stato educato a un livello di teatro sempre più alto e ci segue piacevolmente sorpreso di comprenderlo e apprezzarlo – ha affermato -. Siamo cresciuti insieme io, il Festival e il pubblico. Questa edizione dedicata al tema della verità e della menzogna è stata da record con 17 spettacoli in concorso, tanti concerti, la sezione Cinema Festival, il laboratorio dei ragazzi di Astra Lanz, il concerto lirico che ha riempito palazzo Lavizzari di Mazzo».
Strapiena anche la sala consigliare di Teglio per la pièce “Un lungo pranzo” del gruppo Naos, che ha proposto una seconda replica nella stessa serata per soddisfare tutti quanti attendevano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA