Cultura e Spettacoli
Giovedì 21 Settembre 2017
Sulle tracce della Merini e altri autori
Parco letterario tra Como e Brunate
Dal poeta latino Cecilio effigiato sul Duomo al bulgaro Slavejkov che morì sul monte. La mulattiera che fece conoscere i nonni della “poetessa dei navigli” perno del percorso tra natura e letteratura
«È ora di scendere in città: il sole sta inclinando i suoi raggi, e lunghe ombre si proiettano sui prati fitti dei fiori dell’estate che piacciono tanto ad Alessandro. Dal vicino convento di San Donato si leva il fumo della prossima cena. Il ragazzo si avvia giù per il sentiero, sentendo acutamente la dolcezza dell’ora che fugge...».
Volta e Sant’Elia
Così il diciassettenne Volta nel romanzo biografico “La vita e i tempi di Alessandro Volta” di Maria Azzi Grimaldi (Mursia, 1961), si trova a passare davanti all’eremo nei boschi tra Como e Brunate, quando era ancora monastero (siamo nel 1762 e sarebbe stato convertito in civili abitazioni nel 1777) e città e monte erano collegate soltanto da un esile sentiero. Calcherà lo stesso percorso, in un romanzo più recente (“Come sugli alberi le foglie” di Gianni Biondillo, edizioni Guanda, 2016) , un altro grande comasco, Antonio Sant’Elia. «...andare e tornare da Brunate, salire e scendere in giornata, in barba alla funicolare, è sempre stata la più tipica delle scampagnate...». Nel 1912, a riportare il giovane architetto su quel percorso è Romeo Longatti, committente dell’unico edificio che l’ideatore della “Città nuova” riuscì a realizzare in vita, il Villino Elisi, non a caso ubicato proprio in cima al monte. «Aveva lo stabilimento (il Longatti, nda) in via Zezio 40. Da lì, quando poteva s’incamminava per la mulattiera verso Brunate...». Prima della funicolare (1894) era, infatti, stata costruita la “via delle scalette”, «per sollevare dallo stento la popolazione lavoratrice», come scrisse il bibliotecario Francesco Fossati in un saggio del 1889. Era, infatti, ancora un paese di contadini, Brunate, nell’anno 1817, quando fu realizzata la mulattiera. Tra questi Maddalena Baserga, che conobbe lungo quella lunghissima scalinata (1630 gradini inizialmente) un conte di Como dall’indole poetica, Giovanni Merini. I due si sposarono a Brunate, dove venne alla luce il primogenito Nemo, padre di Alda Merini. Nella sede della Società di Mutuo soccorso di Brunate è ancora esposta la foto del non della “poetessa dei navigli”, perché era stato lui a fondarla nel 1885. E in una casa al civico 7 di via per Civiglio, i parenti conservano una bella foto di suo padre e c’è ancora il letto dove Alda dormiva, quando tornava a trovare le zie, dopo il trasferimento a Milano.
Se nel 1817 rafforzare il collegamento tra Como e Brunate trovava motivazioni forti nell’economia del lavoro, oggi il recupero e la valorizzazione della connessione tra città e monte trova ragioni non meno significative nell’incentivazione del turismo sostenibile, nella fruizione di questo eccezionale “parco naturale” da parte dei comaschi stessi e nella tutela idrogeologica di un versante da cui sono già cadute diverse frane, perché da mezzo secolo almeno sono stati abbandonati, con alcune belle eccezioni anch’esse da riscoprire, i boschi e i terrazzamenti.
Da qui , e dal successo della Passeggiate Creative condotte lungo la “via delle salette” a partire da marzo 2016, con seguito di centinaia di persone ogni volta, nasce il progetto “Monte dei poeti”, proposto da chi scrive e finalizzato alla costruzione di un parco letterario e paesaggistico tra Como e Brunate. Dallo scorso maggio, quando risultò tra gli 8 più votati online sul sito del Comune di Como dai cittadini nell’ambito del bando “Come voglio Como”, è stato condiviso e messo nero su bianco da un pool di associazioni e privati (Sentiero dei Sogni capofila, con la collaborazione di Iubilantes ed esperti di ambiente e paesaggio come Vanessa Vaio e Angelo Vavassori). Fa parte del comitato, in rappresentanza dei residenti, anche Flavio Ballerini, cui si deve il primo manufatto apparso da 3 mesi all’inizio della mulattiera (salita San Donato): una little free library, dove tutti possono lasciare o prendere un libro, per magari fermarsi a leggerlo nel bosco, con lo guardo che vola tra le pagine e la città sottostante. In questo simpatico “nido per libri” vengono rimessi in circolo anche i volumi che hanno partecipato alle diverse edizioni del Premio Merini (altro partner del progetto con il Comune di Brunate). Del resto, il nonno di Alda aveva la più fornita biblioteca brunatese e chiamò il padre Nemo in omaggio a Verne.
Il percorso tematico permanente consentirà di far emergere l’identità culturale del territorio, partendo dall’aspetto letterario per connettere valori naturalistici (il bosco), artistici (l’eremo e la chiesa di San Donato), paesaggistici , storici, geologici e agricoli (i pochi terrazzamenti dei frati francescani ancora coltivati e i tanti recuperabili) di cui è ricco.
Dai latini ai bulgari
Punto di partenza è, non a caso, piazza del Duomo, dove si trova l’infoipoint turistico e dove, sulla facciata sud della Cattedrale, è immersa in una eterna lettura la statua del poeta latino Cecilio, dedicatario del Carme 35 di Catullo.
L’arrivo è alla biblioteca di Brunate che, oltre al Premio Merini ospita, nell’attiguo Parco Volta, una statua di Pencio Slavejkov, il Leopardi bulgaro che sul monte morì nel 1912. Gli altri autori che si incontrano lungo il percorso sono: Ugo Foscolo (frequentatore del palazzo, ora museo civico, Giovio, dove si innamorò di Franceschina Giovio, cui dedicò “Le grazie”); Giacomo Leopardi (al museo civico è conservato il manoscritto del suo canto “Appressamento della morte”, di cui entrò in possesso Volta e che la famiglia del fisico donò alla collettività).
Oltre alla “via delle scalette”, altri due collegamenti tra città e monte arricchiscono il parco letterario: via Bertacchi, scalinata/sentiero che si congiunge con la San Donato prima dell’eremo ed è a sua volta dedicata a un poeta, il chiavennasco Giovanni Bertacchi, fondatore degli Ex allievi del Gallio, e la funicolare, immortalata letterariamente, tra gli altri, da Giuseppe Pontiggia e Giovanni Testori. Per rimanere informati sul progetto e le attività che si svolgono sul Monte dei Poeti: www.passeggiatecrative.it.
Frammenti d’autore lungo il percorso
Catullo
da “Carme 35” (I sec. a.C.)
Voglio che tu dica, papiro, / al mio amico e dolce poeta Cecilio, / che venga a Verona, lasciando / Como e le rive del Lario, / e ascolti qualche riflessione / di un amico suo e mio.
Giuseppe Pontiggia
dal “Corriere della sera” (1990)
Una città che si abbassa con il suo lago, mentre io salgo con la funicolare a Brunate, il viso premuto contro i vetri: ecco la mia prima immagine di Como.
Giovanni Testori
da “I trionfi” (Feltrinelli, 1965)
Como riposa / Nascosta nei capelli, / nella lanugine d’imberbe, / se pure la sua spina / salga e discenda, / fiaccola di luci /che il piccolo treno / trasportano alla cima.
Alda Merini
da “Reato di vita” (1994)
Mio padre, un intellettuale molto raffinato figlio di un conte di Como e di una modesta contadina di Brunate, aveva tratti nobilissimi. Taciturno e modesto, sapeva l’arte di condurre bene i suoi figli e fu il primo maestro.
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