Successo per il Fierone di Oggiono: edizione salvata da asini e cavalli

Nonostante i timori della vigilia, l’edizione 2024 della kermesse ha visto un ottimo afflusso di pubblico. Il virus della lingua blu, per la prima volta in 400 anni, ha impedito la presenza di ovini e bovini. Oggi la chiusura

Cavalli enormi, da lavoro, e piccolissimi, in miniatura; purosangue su cui salire per la prima volta in sella; asinelli e persino un docilissimo gufo hanno salvato il Fierone di Oggiono. Sembra una favola e, in effetti, un po’ lo è: il lieto fine è la riuscita - contro ogni previsione - dell’edizione 2024 della Fiera zootecnica di Sant’Andrea, che prosegue anche oggi per tutto il giorno.

Le bancarelle

La parte dell’eroe l’ha fatta soprattutto la Pro loco di Oggiono, che ha voluto intraprendere comunque l’impresa di organizzare l’evento nonostante le avversità che, stavolta, hanno picchiato duro: la malattia che sta colpendo i ruminanti - detta Blue Tongue - si è aggiunta alla peste suina che già lo scorso anno aveva ridotto il numero e la varietà dei capi esposti. Per la prima volta in oltre 400 edizioni, la Fiera di Sant’Andrea è rimasta quindi veramente a corto di capi: niente pecore, capre, bovini e nemmeno, naturalmente, suini.

Il pubblico, invece, non è mancato, attratto dalle oltre cento bancarelle (gestite dal Comune), dagli stand della filiera enogastronomica e dalla possibilità di assaggiare un po’ di tutto: sul mercato, dalla porchetta a un’infinità di dolci e tutti i piatti della tradizione brianzola nella tensostruttura di via Roma. Sull’area zootecnica in viale Vittoria i visitatori hanno ammirato gli equini (tra cui i cavallini alti 60 centimetri di Emilio Gerlinzani), i rapaci esposti da un allevamento di Eupilio; i bimbi hanno approfittato del giretto in sella offerto dalla scuderia Panzeri di Oggiono, che ha fornito anche la carrozza con cui è entrata in scena il sindaco, Chiara Narciso, per l’inaugurazione. Quest’ultima ha sottolineato «il coinvolgimento della comunità: queste manifestazioni, se c’è la risposta della cittadinanza, non muoiono».

«L’uomo custode del Creato»

Hanno tagliato il nastro con lei il sottosegretario regionale Mauro Piazza, parlando di «un territorio che, senza rinnegare la forte vocazione manifatturiera, non dimentica la tradizione rurale da cui è nato», e il consigliere Giacomo Zamperini rivendicando (così come poi, per la Provincia, il consigliere Alessandro Negri) «l’orgoglio di radici profonde per un patrimonio tramandato dai nostri padri». Il presidente della Pro loco, Danilo Riva, ha assicurato «l’impegno, davvero straordinario, quest’anno, da parte di tutti i volontari». Erano presenti anche la presidente del Parco Monte Barro, Paola Golfari, e la baby sindaco delle scuole, Sveva Paganelli. La benedizione è stata impartita dal prevosto di Oggiono, don Maurizio Mottadelli ricordando che «l’uomo è custode e non padrone del Creato». La cerimonia è stata accompagnata da una rappresentanza del gruppo folcloristico “Promessi sposi” e dalla banda “Marco D’Oggiono”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA