Cultura e Spettacoli / Sondrio e cintura
Giovedì 02 Gennaio 2014
Serata con i classici
al cinema Excelsior
Questa sera tocca a “Io e Annie” di Woody Allen, tornato prepotentemente alla ribalta con il recente “Blue Jasmine”. La pellicola del 1977 è una delle sue migliori e nei gusti degli alleniani di ferro
Un grande classico della comicità è di scena questa sera, giovedì, al Cinema Excelsior di Sondrio.
Appuntamento ormai tradizionale alle 20.45 con un capolavoro del passato più o meno recente da rivedere o riscoprire.
Stavolta tocca a “Io e Annie” di Woody Allen, tornato prepotentemente alla ribalta con il recente “Blue Jasmine”. La pellicola del 1977 è una delle sue migliori e nei gusti degli alleniani di ferro rivaleggia di solito con “Manhattan” (1979) in testa alla classifica.
Un film che segnò un’epoca, aprì una nuova stagione della commedia americana, consacrò Allen e vinse quattro premi Oscar: miglior film, regia, sceneggiatura e attrice protagonista Diane Keaton. Il regista e attore interpreta Alvy Singer, gagman radiofonico e cabarettista newyorkese, che racconta, parlando direttamente alla macchina da presa rivolto al pubblico, il suo amore con l’intellettuale Annie Hall (Keaton) concluso un anno prima.
L’uomo racconta tutte le fasi della relazione, dal primo incontro alla conclusione: se lui è cresciuto a Brooklyn “durante la Seconda guerra mondiale”, lei è del Wisconsin (“hai fatto scuola guida sui carri armati?” le chiede, impaurito dalla sua guida). Entrambi sono però preda delle nevrosi e vanno dallo psicanalista (che divenne un must nei film di Allen): indimenticabile la scena che li vede alternati mentre si confidano ai rispettivi analisti.
Per Alvy sono i problemi iniziati nell’infanzia (l’educazione ebraica, il rapporto con la madre) causa del fallimento della loro relazione, altro tema che in varie combinazioni torna spesso nella produzione del cineasta newyorkese degli anni ’70 e ’80. La tradizione della comincità ebraica e le nevrosi metropolitane e moderne si uniscono nel talento di uno dei più grandi comici contemporanei e acuto osservatore dei comportamenti di uomini e donne rispetto soprattutto all’amore e all’arte. Il film si apre con il celebre monologo, con la battuta “io non vorrei mai appartenere a nessun club che contasse tra i suoi membri uno come me”, di Alvy nel club.
Procede con una serie di gag e di battute memorabili, alcuni diventati classici della comicità, come i discorsi a letto sulla droga o Annie che telefona di notte ad Alvy perché in bagno c’è un ragno (“formato King Kong”). Un film dal sapore in parte autobiografico, accentuato da Allen nei panni del protagonista nevrotico e gesticolatore, con un umorismo amaro e intellettuale. Un rapporto d’amore e odio con la città natale, nella quale ha realizzato la maggior parte dei film, di distacco e superiorità verso la costa occidentale degli Usa, come ben rappresentato dal breve viaggio a Los Angeles del protagonisti.
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