Cultura e Spettacoli / Lecco città
Domenica 10 Aprile 2016
Scout e fascismo
che Resistenza
Lecco, alla Torre Viscontea da visitare la mostra “Dalla ribellione alla libertà”, organizzata dal gruppo Agesci Lecco 3 su un tema non molto noto, ovvero l’attività clandestina dell’associazione sciolta da Mussolini con un decreto nel 1928
Alla Torre Viscontea, a Lecco, è stata inaugurata ieri la mostra “Dalla ribellione alla libertà. Scoutismo e Resistenza nel nostro territorio”.
L’evento espositivo, organizzato dal gruppo scout AgesciI Lecco 3, in collaborazione con il Comune di Lecco e il Si.M.U.L. (Sistema Museale Urbano Lecchese), approfondisce un tema piuttosto trascurato della nostra storia, ovvero il rapporto tra scoutismo, regime fascista e Resistenza.
Chi ha compiuto questa ricerca è il Clan Lecco 3, che comprende ragazzi dai 17 ai 20 anni. I risultati del loro lavoro sono scaturiti in questa mostra documentaria che indaga, attraverso foto e documenti, il rapporto tra scoutismo e Resistenza.
«La mostra – ci dice Stefano Ghislanzoni, responsabile del Clan Lecco 3 - intende innanzitutto sensibilizzare i visitatori sulla Resistenza nel nostro territorio ed in secondo luogo far conoscere la realtà scoutistica nel Lecchese, nata proprio in concomitanza con la fine della guerra, nel 1945. La mostra è divisa in tre settori: il primo riguarda la Resistenza nella nostra provincia; il secondo la sopravvivenza dello scoutismo in Italia durante il periodo fascista, grazie al gruppo delle Aquile Randagie; il terzo propone un itinerario maggiormente incentrato sullo scoutismo nella zona lecchese».
Si tratta di una ricerca di grande interesse. Conviene premettere, allora, che il 3 aprile del 1926 vennero approvate le cosiddette leggi fascistissime che prevedevano tra le altre cose anche lo scioglimento dei reparti scout nei centri con meno di 20.000 abitanti. In seguito, il 9 aprile 1928, con un decreto firmato da Benito Mussolini e dal re, il regime fascista dichiarava soppresso lo scoutismo. Ma non tutti gli scout accettarono queste imposizioni, alcuni di essi si rifiutarono di cessare ogni attività. Alcuni scout di Milano e Monza decisero di continuare le attività, tenendo fede alla promessa e alla legge scout: “Legge di lealtà, di libertà, di fraternità. Noi continueremo a fare del nostro meglio per crescere uomini onesti e cittadini preparati e responsabili”.
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