Rosmini, Manzoni, Stoppani: la ricerca della verità tra fede e scienza

La seconda giornata del Festival “Lecco città dei Promessi Sposi”

La seconda giornata della rassegna “Lecco città dei Promessi Sposi” ha avuto al centro la figura di Antonio Rosmini, filosofo e uomo di Chiesa, e in particolare l’influenza che ebbe su Alessandro Manzoni e Antonio Stoppani. La mattinata a Palazzo delle Paure è iniziata con i saluti di padre Eduino Menestrina, direttore del Centro Internazionale Studi Rosminiani (Cisr).

Sono seguiti gli interventi di padre Ludovico Maria Gadaleta, direttore della Biblioteca del Cisr, di Biagio Giuseppe Muscherà del Rosmini Insitute, e della geologa Nunzia Bernardo, che è intervenuta in teleconferenza. Dopo i saluti di padre Eduino Menestrina, il direttore del Simul, Mauro Rossetto, ha dialogato con i relatori che hanno affrontato la figura del Rosmini sotto vari punti di vista. E’ toccato a padre Gadaleta sintetizzare la biografia ed il pensiero del filosofo roveretano.

Lo studioso ha toccato le date essenziali della vita del fondatore dei Rosminiani, tra riconoscimenti e ostilità della parte più tradizionale della Chiesa: «Per comprendere l’avversione di parte del clero alle tesi rosminiane, occorre contestualizzare il tutto nel periodo storico. – ha precisato padre Gadaleta – Certe considerazioni del Rosmini, come la possibilità di conciliare fede e ragione, sfociarono poi in quel cattolicesimo liberale secondo cui si poteva amare la patria ed essere buoni cattolici. Questo non piaceva ai cattolici intransigenti ed infatti lo Stoppani entrò nel mirino di don Davide Albertario e dell’Osservatore Cattolico. Alessandro Manzoni e l’abate Stoppani sposarono, invece, il cattolicesimo liberale».

Ha poi preso la parola Giuseppe Muscherà, che ha approfondito il rapporto tra Rosmini e Manzoni: «Il filosofo aveva fatto avere a Manzoni un libro sull’educazione. Qualche tempo dopo, il Rosmini conobbe Manzoni nella casa milanese di via Morone, e gli ricordò quel libro in cui disse di aver sentito la lezione dei padri della Chiesa. Fu dunque la reciproca stima quella che connotò il loro rapporto come è ben riscontrabile nel loro carteggio».

La geologa Nunzia Bernardo ha, infine, parlato della figura di Antonio Stoppani: «Noi ci siamo formati sulla concezione della terra che lo Stoppani aveva concepito. Rosmini era convinto che la verità rendesse gli uomini liberi e Stoppani sosteneva che scienza e fede fossero entrambe fondamentali nella ricerca della verità. Il pensiero di Stoppani per i geologi contemporanei è molto attuale ed ha posto le basi per la geoetica, ovvero la scienza che pone l’uomo al centro di un impatto positivo sull’ambiente».

Nel pomeriggio c’è stata la presentazione del libro “Il cenacolo delle donne” (Graus Edizioni) di Matilde Tortora. La scrittrice, docente di Storia del Cinema all’Università di Perugia, è stata intervistata da Chiara Vitali. L’attrice lecchese Giusy Vassena ha letto alcuni brani del libro. Sono anche intervenute Silvia Villa, presidente Soroptimist International Club di Lecco e di Michelangela Barba dell’Associazione Ebano di Milano.

Festival Manzoni. Video di Barbara Gerosa

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