
Cultura e Spettacoli / Sondrio e cintura
Lunedì 17 Marzo 2025
Ponte: musica senza confini con l’orchestra del riciclo
Ponte in Valtellina
Che la musica si possa fare con tutto dallo schioccare delle dita al battere su un bidone e che, se fatta insieme, la musica possa far diventare armonico anche un secchiello, lo ha dimostrato l’iniziativa che, domenica pomeriggio, si è tenuta nella palestra della scuola di Ponte in Valtellina per organizzazione della biblioteca “Libero Della Briotta”. Evocativo il titolo: “L’orchestra del riciclo. La musica che trasforma”, perché, di fatto, è stato proprio così. I musicisti facilitatori Michela Folcio valtellinese, Stefano Baroni proveniente dall’Umbria e Mauro Faccioli da Brescia hanno coinvolto in un’esperienza interattiva in cui ogni partecipante è divenuto una nota indispensabile per creare una sinfonia collettiva. Aspetto curioso: la biblioteca non ha raccolto prenotazioni prima dell’evento, per cui non si sapeva quante persone – e neppure di che età – sarebbero arrivate. La sorpresa è stata vedere affluire in palestra tanti mamme e papà con bambini piccoli o figli più grandi, nonni con nipoti, ma anche insegnanti di musica interessati alla manifestazione. Il risultato: un mix ben assortito di musicisti o musicisti in erba di livelli diversi che si sono mescolati e intrecciati.
«La musica circolare comprende diverse esperienze come il drum circle, la body percussione, il circle singing – spiega Michela Folcio -. Siamo tutti in cerchio, perché ci troviamo sullo stesso piano, ci si guarda in volto. Il focus è la connessione fra tutti i partecipanti e il nostro ruolo è, per l’appunto, quello di facilitare la musica, non imporre». Proprio quello che i tre musicisti hanno fatto in mezzo ai partecipanti facendoli divertire prima in piedi, camminando e facendo suoni e rumori, ma anche fermandosi per presentarsi agli altri o per fare semplici domande (cosa hai mangiato a pranzo?), e poi seduti davanti agli strumenti a percussioni o percussioni improvvisate per seguire il ritmo o inventare il ritmo.
«L’idea è quella di facilitare l’emersione del proprio – afferma Mauro Faccioli -. Il facilitatore diventa il punto centrale del cerchio, raccoglie tutti i raggi e aiuta la gente a lasciar emergere quello che ha dentro. Non dirige ma porta idee, fa da conduttore nel senso elettrico del termine. Non sappiamo chi parteciperà all’evento che è aperto a tutti i livelli, per cui si lavora a strati, partendo da cose basilari e semplici per arrivare a cose complesse. I due livelli possono combaciare; chi è già capace può essere a servizio di chi sta per iniziare». Infine l’ultimo aspetto non meno interessante: quello del riciclo. «La richiesta venuta dagli organizzatori della biblioteca è stata quella di usare strumenti “veri” - conclude Folcio -, cioè vari tipi di tamburi, ma anche strumenti che tali non sono, ma lo possono diventare come bidoni, secchielli, bottiglie o bottiglioni di acqua, lattine piene di sale in un concetto di riciclo e di riuso in chiave musicale dei rifiuti. Insieme a questi usiamo anche voce e corpo».
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